Resa dei conti tra i 5 stelleI Ribelli minacciano Beppe:"Facciamo un nostro gruppo"
di Ignazio Stagno C'era una volta il Movimento Cinque Stelle. Ora non c'è più. In casa Grillo tira aria di sommossa. Se prima i malumori erano isolati, ora sul muro dei soldi e della diaria e dei rimborsi il Movimento comincia davvero a franare. Dopo il vaffa di Beppe ai soldi e la minaccia di una black list per i traditori che non vogliono restituire le spese dei rimborsi non rendicontati, i grillini minacciano l'addio. I motivi dell'addio - Un addio fatto a colpi di appelli per avere qualche soldo in più in tasca. "Noi non abbiamo firmato un documento che obbliga a restituire la diaria. Casaleggio mi aveva assicurato che non avrei dovuto farlo", "Io ho dovuto ho dovuto prendere una tata, quei soldi mi servono per i miei tre figli", "La lettera in cui ci si chiede di dare i soldi alle onlus l'avete scritta voi, il gruppo non ha deciso nulla". Sono quesi alcuni dei messaggi che lanciano i deputati e i senatori dissidenti del Movimento. Ma dalle parole presto si passerà ai fatti. L'idea è semplice: mollare Grillo e andare per conto proprio. A quanto pare in tanti non hanno digerito la tirata d'orecchie e il richiamo all'ordine del caro leader Beppe. Un gruppo indipendente - Così qualcuno comincia a fare la voce grossa: "È una questione di principio – racconta un parlamentare – Grillo non può venire qui a bacchettar-ci come ragazzini, col suo aiutante che spiega a noi lo spirito del Movimento. Non siamo a scuola, dove il capoclasse scrive sulla la- vagna chi sono i buoni e chi i cattivi". Poi la minaccia: "Non abbiamo scelta, finiremo per dividerci, basta essere in 20 per formare un gruppo autonomo. Noi siamo di più". Insomma all'orizzonte si prevede una scissione interna al Movimento che potrebbe definitivamente spaccare la truppa grillina con consegunze drammatiche per i Cinque Stelle. La luna di miele e la compattezza in parlamento sono durate lo spazio di due mesi. Contro la gogna - A metterci la faccia e a dichiarare senza paura il dissenso è Elena Fattori, senatrice del M5S. Su facebook scrive: "Sono contraria ai linciaggi, alle crociate e alla gogna di qualsiasi colore o bandiera. Lo sarò sempre. nessuno escluso". La senatrice si riferisce a Grillo e a quanto pare anche lei sarebbe pronta a mollare il Movimento per approdare nel nuovo gruppo. Alessio Tacconi, un altro che vuole mollare ieri durante l'incontro con Grillo ha affermato: "Io i soldi me li tengo. Sono residente in Svizzera, lì le tasse sono più alte". Siamo cinquanta - Un altro invece dichiara di "volere un margine per vivere dignitosamente". Poi c'è chi va giù duro e critica aspramente il modo di fare di Beppe: "Balle, balle, balle. Grillo la deve smettere di tratatrci come servi. Siamo almeno in cinquanta. Questa storia è appena all'inizio. Potremmo anche uscire dal gruppo". Insomma da 20 i dissidenti salgono a quota 50. Se fosse vero la spaccatura sarebbe una pietra tombale sul Movimento. Un deputato prova già a fare i conti e a organizzare l'addio: "Nel gruppo misto mai. Ma se fossimo venti qui e dieci al Senato potremmo dare vita a una costola indipendente, dobbiamo solo trovare il modo per spiegarlo alla base. Non siamo scilipotini". I tempi delle espulsioni sono lontani. Ora sono i grillini a mollare Beppe. E lo faranno presto. Nel nome dei soldi. L'appuntamento è per lunedì alle 18 a Roma dove senatori e deputati pentastellati si riuniranno per decidere cosa fare. Senza Grillo e Casaleggio.