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Pd, Prodi: "E' un fatto che per questa Repubblica io non esisto"

Lo ha dichiarato ai cronisti all'uscita dall'università di Parma. La mancata elezione al Quirinale brucia ancora. Intanto i prodiani del Pd sono pronti alla vendetta...

Sebastiano Solano
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di Sebastiano Solano "Io non esisto. E' un fatto che per questa Repubblica io non esisto". Le parole, piene di amarezza e delusione, sono di Romano Prodi, rilasciate a margine della consegna dellla laurea honoris causa al cardinale Oscar Andres Rodriguez Maradiaga dall'Università di Parma. L'ex-leader dell'Unione non ha digerito la coltellata che i suoi, quelli del Pd, gli hanno inflitto durante l'elezione del presidente della Repubblica. Lui si considera un padre della Patria, una risorsa della Repubblica, convinzione alimentata anche da chi l'ha candidato al Colle più alto di Roma. Era talmente sicuro di essere il prossimo inquilino del Quirinale, che aveva lasciato in fretta e furia il Congo, dove si trovava per un convegno sull'Africa nelle vesti d'inviato Onu. Soldi del biglietto buttati dal finestrino.  I nemici interni - Prodi non aveva fatto bene i conti con i nemici che, negli anni trascorsi in politica, si era creato. Che il Pdl e la Lega non l'avrebbero votato, lo sapeva. Il rischio che nessuno del M5s avrebbe barrato il suo nome era alto, ma calcolato. Come nei migliori thriller, i nemici Prodi ce l'aveva in casa. Massimo D'Alema, innanzitutto, con cui i rapporti non sono mai stati idilliaci e la cui visione della politica e dei partiti si pone agli antipodi rispetto a quella professata da Prodi. Ma non è stato solo questo. Il Lider Maximo al Colle ci vedeva molto bene un'altra personalità: se stesso.  La vendetta - D'Alema era riuscito a imporre anche il suo nome nella lista con cui Pierluigi Bersani si presentò da Silvio Berlusconi per trovare un'accordo su un nome condiviso. Solo che il segretario dimissionario del Pd ha pensato bene di depennarlo dalla lista. Da qui, la vendetta: D'Alema, furioso, ha consegnato a Prodi - appena atterrato in Italia - il biglietto di ritorno per l'Africa, mettendo fine, con la collaborazione degli ex-popolari rimasti scottati dalla mancata elezione di Franco Marini al Quirinale, ad ogni velleità quirinalizia del Mortadella.  Un segnale ai prodiani - Ora Romano Prodi rosica. Chi è convinto che ormai si sia ormai tirato fuori dai giochi della politica è fuoristrada. All'interno del Pd la sua influenza è ancora notevole, potendo contare su una compagine parlamentare che a lui fa riferimento. Deputati e senatori prodiani che, in questi giorni, si stanno organizzando insieme alla componente filo-grillina del Pd, da Pippo Civati a Michele Emiliano, nel tentativo di mettere fine al governo di larghe intese con tra Pd e Pdl. Si vedrà dopo l'Assemblea nazionale di sabato come andrà a finire. Intanto Prodi il segnale ai suoi l'ha lanciato: la smacco subito dalla mancata elezione al Quirinale è statto troppo forte e va ricambiato al più presto. Con la stessa moneta. 

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