Grillo lascia i suoi senza soldi. E sullo Ius soli: "Serve un referendum"
di Ignazio Stagno Lo ius soli scalda pure Grillo.Dal suo blog, Beppe, demolisce l'idea del ministro all'integrazione Cecile Kyenge che vuole introdurre la cittadinanza alla nascita per gli starnieri che vengono alla luce sul territorio italiano. Grillo non è d'accordo: "In Europa non è presente se non con alcune eccezioni estremamente regolamentate, lo ius soli. Dalle parole della sinistra non è chiaro quali siano le condizioni che permetterbbero a chi nasce in Italia di diventare cittadino italiano. Chi vuole al compimento dei 18 anni di età può decidere di diventare un cittadino italiano. Questa regola può essere cambiata ma con un referendum". Beppe europeista - Grillo inoltre, stranamente, pur di dire no allo ius soli si scopre europeista e afferma: "Una decisione che può cambiare nel tempo la geografia del paese non può essere lasciata a un gruppetto di parlamentari e di politici in campagna elettorale permanente. Lo ius soli dovrebbe essere materia di discussione e di concertazione con gli Stati della Ue. Chi enta i Italia entra in Europa". Il nipote dello zio - Poi lasciando l'hotel forum di Roma, Beppe attacca pure Enrico Letta: "Non ce n'è governo. Letta? Per 20 anni ha fatto il nipote di suo zio. Come lo devo vedere, uno che fa nipote di suo zio per professione? Sono paradossi ed equivoci della politica per portare avanti la solita gente". Tsunami teatrale - Ma dopo aver sistemato premier e ius soli, Grillo torna al lavoro. Si occupa di trasformare il teatrino della politica in politica del teatrino. I suoi tsunami tour nelle piazze di tutta Italia sono ormai una sorta di spettacolo teatrale itinerarnte, un tendone circense che tocca tutte le città. Grillo ha portato la commedia nella politica. Ma i comizi e le piece teatrali del caro leader in piazza pagano poco. Chiariamoci, pagano tanto in termini elettorali, ma lasciano ben pochi soldi nelle tasche di Beppe. Fare soldi col teatro - Allora arriva l'idea di poratre in teatro sulla scia del successo del Movimento Cinque Stelle tutta la ramanzina sulla casta. Grillo è furbo. Dopo aver riempito le piazze, vuole riempire i teatri e le sue tasche. Così da settimane lavora ai testi di un tour mondiale che toccherà, dopo l'estate, le principali città italiane e le capitali internazionali come Parigi e Londra. "Che bello, quando queste piazze le riempivo sempre a pagamento, che nostalgia...", commentava amaramente in Friuli durante la campagna elettorale per le regionali. Ora Beppe è pronto per riempire le sue casse. Un bel biglietto a pagamento per ascoltare le sue prediche in teatro. Lui assicura che il suo sarà un tour comico. C'è da giurare che sarà un vero e proprio tour elettorale camuffato da monologo tetarale. Business - Il Movimento per lui ormai è un business. Una mucca da mungere per riempire le tasche sue e quelle della Casaleggio Associati. le tappe previste toccheranno anche il Nord Europa, come la Danimarca che è molto interessate alle dinamiche dei pentastellati. Rabbia dei grillini - Intanto mentre lui prepara il tour per portare i soldi a casa, i suoi parlamentari sono sul piede di guerra tra rimborsi e diaria da restituire come previsto dal non statuto. Circa il 50 per cento degli eletti a Cinque Stelle vuole tenere in tasca i soldi, col rischio di essere espulsi e passare per pezzi di m. come Antonio Venturino, messo alla porta dopo aver detto no alla restituzione dei suoi rimborsi. Insomma i Cinque Stelle chiedono soldi al leader, ovvero chiedono di tenere qualcosa in più in tasca pur di vivere nella costosissima Roma. Lui annuncia black list dei traditori e intanto si prepara a sfruttare l'immagine del Movimento per riempire il suo portafogli. Grillo non è più un semplice portavoce ora sembra proprio un amministratore delegato di un gruppo che assicura entrate solo per il capo.