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Ecco perché Berlusconi non farà cadere Letta nonostante la condanna

Silvio Berlusconi

Primo: "Per il bene del Paese". Secondo motivo: agli elettori piace l'appoggio al governo. Ci sono poi le ragioni economiche: Mediaset vola in Borsa...

Andrea Tempestini
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  Sempre più statista, Silvio Berlusconi, e sempre meno "strappista". La rabbia per la condanna Mediaset è tanta, con i suoi non l'ha nascosta e nemmeno ha chiesto a loro di nascondela. Sono infatti piovuti gli attacchi degli azzurri alle toghe di Milano, che hanno firmato quella che ritengono una pronuncia a senso unico. Ma negli attacchi, e non è un caso, il governo Letta non ci è mai finito. Certo, il Cav ora non è disposto a concessioni su Imu, Iva e ius soli. Men che meno è pronto a tollerare "balletti" come quello del Pd su Nitto Palma in Commissione giustizia. Ma il sostegno all'esecutivo di larghe intese, per ora, è fuori discussione. Il bene del Paese - Ci sono motivi ben precisi per i quali Berlusconi tiene alla sorte di questa legislatura. Il primo lo ripete come un mantra ai suoi: "Per il bene del Paese". Sa benissimo infatti che nonostante i sondaggi gli diano un buon vantaggio, il ritorno alle urne potrebbe tradursi in un nuovo stallo parlamentare, senza parlare poi delle possibili reazioni nervose dei mercati. In un'ottica a lungo termine, inoltre, il sostegno al governo Letta si potrebbe tradurre in un ancora maggior consenso: i sondaggi apprezzano l'ingresso in questa maggioranza del Pdl, all'elettorato azzurro la mossa piace. E Berlusconi lo sa. Il soldo - C'è poi una ragione economica per la quale Silvio si tiene ben stretto questo esecutivo. Le cifre le ha snocciolate il supplemento Finanza & Mercati del Sole 24 Ore, in cui viene spiegato che da quando il Cav persegue le larghe intese, Mediaset in Borsa si è apprezzata del 50 per cento. Ora la capitalizzazione del Biscione supera la somma dei debiti, stimati in 1,7 miliardi. Il balzo è tutt'altro che casuale: Berlusconi con un ruolo di rilievo in politica è un proprietario decisamente più "forte". Una forza che ha benefici anche sui titoli a Piazza Affari. I calcoli - L'ex premier, per inciso, tra la maxi-penale che dovrà saldare a Carlo De Benedetti - quasi 500 milioni di euro - e i 100mila euro al giorno che deve dare all'ex moglie Veronica Lario, ha una lunga serie di voci sulla lista "spese". Ci sono poi le parcelle degli avvocati impegnati a difenderlo dal perpetuo assalto giudiziario. Una serie di - buoni - motivi economici, oltre che politici, per tenere la barra dritta e far continuare a navigare il governo Letta. Certo, non ad ogni prezzo.  

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