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Berlusconi: la Convenzione non serve

Lucia Esposito
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  Silvio Berlusconi smentisce di aver mai mirato a presiedere la Convenzione per le riforme e, soprattutto, boccia la "Bicamerale". Lo ha anticipato Salvatore Dama su Libero in edicola oggi, mercoledì 8 maggio, lo ribadisce lo stesso Cavaliere ai mircrofoni di Mattino Cinque: "Ho visto tutte le critiche mosse alla mia persona sull'eventualità della mia presidenza della Convenzione. Ma io l'ho buttata lì, schervano arrivano in  Senato con i giornalisti". Poi ha aggiunto: "Stavo evientemente scherzando, poi quando i giornalisti mi hanno chiesto se io avrei potuto presiedere la Convenzione, ho detto "certo, sono il migliore. Ma scherzi a parte io nel '94 sono stato il primo a parlare della necessità di riformare la Costituzione e ho le idee chiare. Abbiamo già una proposta di legge depositata in Parlamento".   Perdita di tempo  - Per Berlusconi, dunque, dar vita alla Convenzione per le riforme "è tutto tempo perso", perché é un organismo "che non è previsto dalla nostra Costituzione e richiederebbe dei tempi di approvazione che non farebbero altro che allungare il percorso per il cambiamento". Per questo, Berlusconi propone che le riforme siano fatte dallo stesso "Parlamento, in modo tale che si possa arrivare nel tempo più breve possibile a un cambiamento vero che oggi è urgente avere", conclude.  Silvio Berlusconi, ha rivolto a tutte le forze politiche un appello perché  "aiutino" il Governo e non gli diano "difficoltà. Non mi sembra logico - afferma l'ex premier - in un momento come questo in cui tutti devono fare il maggiore sforzo per il Paese, buttare difficoltà sul Governo che invece deve essere aiutato al massimo", conclude  

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