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Commissioni, al M5s vanno 28 poltrone

Pentastellati

I grillini non avranno Copasir e Vigilanza Rai, ma fanno incetta di nomine nelle Commissioni. Attaccati pure dai vendoliani: "Si sono presi tutto"

Ignazio Stagno
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  Il giro di giostra per le presidenze e le vice presidenze delle commisioni parlamentari sta per finire. Dopo il caso Nitto Palma alla Giustizia che ha fatto infuriare il Pdl, in silenzio tra una finta lamentela e l'altra arriva il Grillo "arraffa-poltrona". A denunciare l'occupazione a Cinque Stelle delle vicepresidenze è un "compagno" di opposizione, Gennaro Migliore capogruppo alla camera di Sel. "Noi ci aspettavamo da parte del M5s il rispetto di un accordo tra le opposizioni. Loro lo hanno rifiutato perché hanno detto che si sarebbero presi tutto e così è stato. Si sono accaparrate tutte e 28 le poltrone di vicepresidenti e di segretari. In questo modo rappresentano plasticamente cosa intendono loro per svolgere la funzione istituzionale. Noi abbiamo votato scheda bianca perchè non siamo affetti da poltronismo".   La lagna era un bluff - Eppure la storia raccontata da Grillo&Co. finora era del tutto diversa. I Cinque Stelle hanno gridato al "golpe", al "golpetto" e alla solita storia della casta che non lascia niente. E invece ora i grillini con una metamoforsi d'altri tempi si fanno casta pure loro, occupando tutti gli scranni che c'erano sul tavolo. Così ecco che Giorgio Sorial si prende la vicepresidenza della Commissione bilancio, Barbara Iezzi quella del Senato, Francesco Molinari la commisione finanze e Alfonso Bonafede quella della giustizia alla Camera. Poi c'è da sottolineare che nel bottino grillino c'è pure la presidenza della Giunta per le elezioni che va a Giuseppe d'Ambrosio eletto con 18 voti. Insomma con così tante poltrone almeno la lagna quotidiana sulle commissione può pure finire. I Cinque Stelle ormai sono a palazzo e voglio stre comodi. Stipendi - A rendere ancora più paradossale la caccia allo scranno, il fatto che proprio mentre si decidevano i giochi e mentre i pentastellati si accaparravano le poltrone, il grande capo Beppe Grillo, rigorosamente dal blog, scriveva che "ora siamo apparentemente circondati" e che il fantomatico "Potere Costituito fa di tutto per farci fuori". Il motivo? Ai grillini era stata la vigilanza Rai e il Copasir. La sete della Casta è irrefrenabile, e ora anche il M5s dà segni di ingordigia. Non è solo questione di poltrone - quelle ottenute e quelle desiderate -, basti pensare a quanto successo soltanto ieri, lunedì 6 maggio, quando il referendum online sulle diarie ha sconfessato la linea Grillo-Casaleggio: i pentastellati, nel nome del soldo, sono pronti a trasgredire. La diaria la vogliono tutta. Proprio come vorrebbero tutte le poltrone. Però hanno fatto prontamente sapere che rinunceranno all'indennità di carica prevista per presidenti, vicepresidentei e segretari di Commissione, comprese tra i 200 e i 500 euro. (I.S)  

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