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Cicchitto su Andreotti: "Mediò con la mafia tradizionale, ma combatté quella dei corleonesi"

Il politico del Pdl mette così in risalto le doti diplomatiche del Divo. "Per lui la mediazione era l'essenza della politica", ha quindi aggiunto

Sebastiano Solano
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Sono stati in tanti, tra i politici, a commentare la morte di Giulio Andreotti, scomparso oggi lunedì 6 maggio. E non poteva essere altrimenti visto che parliamo di una personalità che, piaccia o meno, ha avuto una forte influenza sulla politica italiana per oltre cinuant'anni. Un coro unanime di dichiarazioni che ha evidenziato, in modo particolare, la sua abilità da mediatore, il suo aver saputo trasformare l'arte del compromesso in virtù governativa. Questa sua caratteristica, che forse è stato il suo tratto distintivo, è stata sottolineata, tra gli altri, anche da Fabrizio Cicchitto, dirigente del Pdl tra i più illuminati con trascorsi da socialista craxiano, che a proposito di Andreotti ha dichiarato: "Per lui la mediazione era l'essenza della politica e andava esercitata con tutti, dal Pci ai grandi gruppi economico finanziari agli alleati politici fino anche alla mafia tradizionale, mentre invece condusse una lotta senza quartiere contro quella corleonese". Parole, quelle riferite alla mafia, che di certo non mancheranno di far discutere.

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