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M5S, i parlamentari vogliono tutta la diaria

Beppe Grillo

Un referendum dei parlamentari grillini boccia i diktat del capo e di Casaleggio: "Deve essere volontaria la restituzione della quota non spesa"

Andrea Tempestini
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  Gli adepti pentastellati, nel nome del soldo, disobbediscono al grande capo Beppe Grillo. E' la democrazia diretta, bellezza. Il "gran rifiuto" arriva con un referenudm online in cui hanno votato i parlamentari del Movimento 5 Stelle: loro, la diaria, vogliono tenersela tutta. L'esatto contrario di quanto volevano Grillo e Gianroberto Casaleggio e di quanto scritto in una direttiva della scorsa settimana. Fermo restando che l'indennità di mandato sarà dimezzata da 10mila a 5mila euro lordi, per un risparmio complessivo di 5 milioni di euro l'anno, che cosa fare di diaria, spese di per i collaboratori e attività politica, rimborsi per auto e taxi e telefono? Grillo e Casaleggio suggerivano di indicare le onlus a cui devolvere le eccedenze e chiarivano: "I parlamentari devono percepire 5mila euro lordi di indennità e ogni altro rimborso a spese effettivamente sostenute rendicontante periodicamente. La differenza dovrà essere destinata al fondo di solidarietà". E i grillini che dicono? Tenerselo, rendicontare tutto e restituire l'eccedente solo su base volontaria. I numeri - I risultati del sondaggi online infatti parlano chiaro. Quando avevano votato 132 parlamentari su 163 aventi diritto, il 48% di loro chiedeva che le diarie, ossia tutte le voci accessorie, venissero mantenute completamente con l'obbligo di rendicontare tutto quel che si spende, ma senza dover restituire di più. Insomma, lo farà solo chi vorrà. Facciamo un esempio pratico: se un deputato in un mese spendesse 2mila euro potrebbe decidere di tenersi i restanti 1.500, oppure di metterli nel fondo di solidarietà appositamente creato. Per la rendicontazione pura, ossia per tenersi soltanto quello che si può dimostrare di aver speso (la soluzione caldeggiata da Grillo e Casaleggio) si è espresso solo il 36% dei parlamentari pentastellati. Poi c'è un 2,27% che vuole trattenere tutto e prendere una decisione definitiva tra 4 mesi, quando sarà chiaro quanto costa la vita da parlamentare. Altri, infine, chiedono che la diaria sia trattenuta soltanto all'80 per cento. I calcoli - Resta poi la questione di indennità: tutti d'accordo sul fatto che la paga debba essere di 2.500 euro mensili, ossia 5mila euro lordi. Ma 5mila euro lordo implicano differenti conseguenze a seconda dei propri redditi e dei carichi familiari. I grillini spiegano: "Per il fisco noi prendiamo tutta l'indennità, 10mila euro lordi al mese. Quindi alcuni di noi saranno svantaggiati". Così alcuni pentastellati vogliono mantenere le indennità adccessorie per compensare quello che perdono in tasse (una perdita a cui va sommata quella per la rinuncia dell'indennità di fine mandato). Per fare un calcolo complessivo sulle cifre di cui stiamo parlando, ricordiamo che tutte le indennità accessorie, esentasse, ammontano a 3.500 euro; poi ci sono 3.690 euro (4,180 euro per i senatori) di spese di esercizio mandato, ossia quelle che servono per assumere i collaboratori); poi ci sono mille euro in media per gli spostamenti in taxi; infine ci sono 3.0980 euro di telefono.   

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