Immigrati, Boldrini e Kyenge: "Si a una legge sulla cittadinanza". E' polemica
Il Pd "briga" per far cadere il governo. Prima la presa di posizione contro l'abolizione dell'Imu da parte di Dario Franceschini, punto fondante dell'accordo di governo tra democratici e Pdl. Poi la polemica sulla nomina di Micaela Biancofiore al ministero delle Pari opportunità, a cui è stata poi affidata la delega sulla Pubblica amministrazione. Quindi, con il governo nato da poco meno di una settimana, l'affondo sulla legge per gli immigrati. Non esattamente in cima alla lista delle priorità nell'Italia ai tempi della crisi, e nemmeno vista di buon occho dagli azzurri. Sette giorni di polemiche e sgambetti La cattiva stella del governo Letta Leggi l'approfondimento Colpo di mano- Ad aprire le danze, oggi sabato 4 maggio, il neo-ministro dell'Integrazione Cecile Kyenge, che durante la consegna di una tesi di laurea sulla cittadinanza agli immigrati ha dichiarato: "Credo che la priorità in questo momento sia quello di cercare uno spazio comune, mettere tutti insieme la propria parte per costruire una buona legge sulla cittadinanza". Alla domanda se chi nasce in Italia dovrà essere dichiarato cittadino italiano, la Kyenge ha risposto: "Penso di sì, questo lo chiede la società civile c'è una emergenza non richiesta dalla sottoscritta, ma bisognerebbe saper leggere, saper ascoltare, capire anche le esigenze delle persone che vivono sul territorio". E l'idea che a far da testimonial allo Jus soli sia il calciatore Mario Balotelli non le dispiace affatto. A farle eco, qualche ora dopo, la presidente della Camera Laura Boldrini, secondo cui "in Italia sarebbe veramente auspicabile rivedere la legge sulla cittadinanza e da lì anche sviluppare una normativa che sia all'altezza delle nuove sfide. E quella della migrazione è una delle tematiche all'ordine del giorno a livello globale". Gasparri furioso - Dichiarazioni che hanno mandato su tutte le furie Maurizio Gasparri, che senza giri di parole ha replicato: "Boldrini, andando aldilà del suo ruolo, propone con insistenza una nuova legge sulla cittadinanza. Lei e quanti altri insistono su questo tema sappiano che non sono accettabili colpi di mano o scelte demagogiche. Dico anche ai ministri che il passaggio allo ius soli non è ipotizzabile. La concessione automatica della cittadinanza a chiunque nasca in Italia sarebbe un errore. Lo capiranno anche coloro che agitano bandiere logore". Pensiero condiviso, seppur con toni più sfumati, da Roberto Maroni che a margine di un convegno della Coldiretti ha dichiarato di attendere al varco il governo sul tema degli immigrati: "Mi pare che oggi il ministro dell'Integrazione, Cecile Kyenge, abbia detto che la Bossi-Fini è da rivedere: va bene, ma purché rimanga il principio che chi viene in Italia deve avere il permesso di soggiorno sulla base di un lavoro e non ritornare all'errore dello sponsor o qualcosa del genere". La Turco minaccia - A difendere la Boldrini ci pensano poi alcuni parlamentari del Pd che reagiscono duramente alle parole di Gasparri: "Non accettiamo diktat sullo ius soli. La legge sulla cittadinanza a chi nasce nel nostro Paese va approvata. Lo ha rammentato spesso il capo dello Stato ed è materia che ci avvicina all'Europa, che non ha ancora dimenticato lo scempio della Bossi-Fini. La presidente Boldrini fa bene ad esortare l'Aula". A rinfocolare la polemica ci pensa poi Livia Turco che ha fatto intendere che la legge a favore della cittadinanza degli immigrati verrà comunque approvata, a prescindere dall'appporto del Pdl: "In democrazia contano le decisioni del Parlamento, non quelle di Maurizio Gasparri. Noi siamo convinti che in questa legislatura ci siano i numeri per approvare finalmente la legge sullo ius soli. Nelle prossime settimane, in Aula, lo verificheremo". Governo a rischio - Un tentativo di forzare la mano in piena regola, una provocazione che rischia di far saltare l'accordo tra Pd e Pdl. Gasparri, come il Pdl, non intende retrocedere di un millimetro: "Non accetto le intimidazioni di esponenti del Pd che tentano demagogiche speculazioni sulla pelle del prossimo. Lo ius soli con l'automatica concessione della cittadinanza a tutti coloro che nascono in Italia non sarà mai legge della Repubblica italiana". Un avvertimento, quello di Gasparri, a cui Enrico Letta farebbe bene a prestare orecchio: se tra le priorità in agenda, magari dopo aver escluso l'abolizione dell'Imu, ci fosse la cittadinanza agli immigrati, l'esecutivo potrebbe avere vita breve, brevissima. Le difficoltà della prima settimana - dallo scontro sui nomi fino alle frizioni interne e a quelle sul programma - sono state moltissime. Ora si aggiunge anche la grana sulla cittadinanza, un punto che gli elettori di centrodestra, che già hanno mal digerito l'alleanza con la sinistra, non vogliono vedere realizzato. Lo scontro nella strana maggioranza, insomma, potrebbe deflagrare in tempi rapidi.