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Cascella: "Napolitano durerà al massimo tre anni"

Cascella, ora candidato sindaco a Barletta, spiega: "Il tempo di avviare le riforme, poi lascerà". Su Travaglio: "Ma non ha problemi di coscienza?"

Sebastiano Solano
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Che il ri-eletto presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non ha intenzione di portare a termine l'incarico lo si poteva intuire: sette anni sono troppi, figuriamoci 14, specie per Napolitano che di anni ne ha già 88. Senza considerare che Re Giorgio ha accettato malvolentieri il ritorno al Quirinale. Tutti indizi, insomma, che facevano pensare ad mandato "breve".  Mandato breve per Re Giorgio - A confermarlo, ora, è uno che Napolitano lo conosce bene per essergli stato accanto negli ultimi sette anni: il suo portavoce Pasquale Cascella, che ha deciso di presentare la sua candidatura come sindaco di Barletta. Ospite a La Zanzara, l'ex-portavoce del capo dello Stato ha dichiarato: "Napolitano non resterà sette anni. Il tempo di vedere le riforme avviate e poi lascerà. Tre anni? Speriamo molto prima".    Cascella contro Travaglio - Ma Cascella ne ha anche per Marco Travaglio, con cui lo scontro durante la vicenda delle intercettazioni Napolitano-Mancino nell'ambito dell'inchiesta sulla presunta trattativa Stato-mafia è stato a dir poco furioso: "La vicenda D'Ambrosio? Bisogna chiedere a Travaglio se non ha problemi di coscienza, per il modo in cui ha fatto informazione, non credo sia un modo di fare giornalismo".  La morte di D'Ambrosio - L'ex consigliere giuridico Loris D'Ambrosio - che con Travaglio ha avuto un battibecco sul contenuto di quelle telefonate, alcune delle quali riguardanti proprio lo stesso D'Ambrosio e l'ex-ministro dell'interno Nicola Mancino - è morto d'infarto proprio in quei giorni concitati, durante cui veleni, accuse e sospetti hanno rischiato di travolgwere la rpesidenza della Repubblica.  Ce l'hanno sulla coscienza - Una campagna mediatica orchestrata principalmente da Il Fatto, su cui il commento di Cascella è infuocato: "Il Fatto è un giornale e mi chiedo come alcuni facciano informazione su quel giornale, come facciano a convivere con la propria coscienza e deontologia professionale, che nel caso D'Ambrosio penso sia stata violata. E' stato un attacco mirato alla persona", ha concluso.

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