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Quirinale, Napolitano taglia gli stipendi ai dipendenti

Nota del Colle: ridotta del 15% l'indennità al Segretario generale, del 12% quella dei consiglieri e del 5% quella del personale distaccato

Giulio Bucchi
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Spending review al Quirinale. Il presidente Giorgio Napolitano inaugura il suo secondo mandato con altri tagli: con decreto emanato su proposta del Segretario generale, il Colle "ha ridotto del 15% l'indennità di funzione del Segretario generale, del 12% i compensi dei consiglieri del presidente e del 5% le indennità previste per il personale   comandato e distaccato", come si legge in una nota della Presidenza della Repubblica. Il bilancio 2013 del Quirinale recita un totale-spese di 228 milioni di euro, cifra stabile dal 2010 e in calo rispetto ai primi anni di mandato di Napolitano. Negli ultimi sei anni, sottolineano dal Colle, c'è stato un contenimento della spesa di 67,9 milioni di euro, anche grazie ai tagli al personale, passato dalle 2.181 unità del 2006 alle attuali 1.720. Il costo per le pensioni si aggira intorno ai 153,2 milioni. La nuova squadra - Napolitano ha proceduto anche a un giro di nomine: su proposta del Segretario generale Donato Marra, il consigliere di Stato Giancarlo Montedoro è diventato consigliere del Presidente per gli Affari giuridici e le relazioni costituzionali, mentre il consigliere Salvatore Sechi è il nuovo consulente per le prassi costituzionali relative alla Presidenza, confermando nei precedenti incarichi gli altri consiglieri e la consulente per la coesione sociale. Cessa invece dal suo incarico, si legge in una nota del   Quirinale, di consulente il prossimo 15 maggio, per motivi strettamente personali, Arrigo Levi. Napolitano provvederà successivamente alla nomina del nuovo consigliere diplomatico in sostituzione dell'ambasciatore Stefano Stefanini, in quiescenza per raggiunti limiti di età, e del consigliere per gli Affari dellìamministrazione della giustizia in sostituzione del consigliere Loris D'Ambrosio, deceduto lo scorso luglio nel pieno delle polemiche sulla trattativa-stato mafia e le intercettazioni di Napolitano ad opera della Procura di Palermo. In bilico la posizione di Giovanni Matteoli, attuale consigliere per la Stampa e la Comunicazione.

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