Giovanardi attacca la Kyenge: "Ha liberato due pregiudicati"
La denuncia dell'ex ministro: "Orchestrò una campagna per far uscire due fratelli rom clandestini"
di Tommaso Montesano «Cécile Kyenge ha giurato sulla Costituzione e deve applicare la legge italiana. A partire dalla Turco-Napolitano che ha istituto i Cie, i Centri di identificazione ed espulsione». Invece la neoministra per l'Integrazione, denuncia il senatore Carlo Giovanardi (Pdl), «in passato si è battuta per tirare fuori dal Centro due nomadi pluripregiudicati. E questa non è integrazione». Perché, senatore Giovanardi? «Uno di loro, Senad Seferovic, dopo essersi fatto fotografare un anno fa fuori dal Cie mentre fa il segno della vittoria insieme a quello che oggi è un ministro della Repubblica, nei giorni scorsi è stato arrestato per furto aggravato e resistenza a pubblico ufficiale. Bastava dare un'occhiata ai precedenti penali del soggetto in questione per capire che avevamo di fronte Caino, un delinquente abituale, e non Abele». E in tutto questo che c'entra la deputata del Pd Kyenge, neoministro del governo Letta? «Insieme alla Rete 1° maggio, che lotta contro i Cie e per i diritti degli “ospiti”, ha portato avanti una battaglia contro la legge italiana, che prevede per i clandestini senza documenti, e che si rifiutano di fornire le loro generalità, il trattenimento ai fini dell'identificazione e, poi, dell'espulsione». Ma i due nomadi non erano stati liberati grazie alla sentenza del giudice di pace di Modena? «Un verdetto creativo figlio dell'intensa campagna propagandistica per la loro liberazione organizzata proprio da Cécile Kyenge. Ricordo che le Forze dell'ordine avevano arrestato i due nomadi e l'autorità giudiziaria aveva convalidato il provvedimento. Kyenge avrebbe dovuto distinguere tra Caino e Abele». Il neoministro si è difeso affermando che le pene vanno scontate in carcere, non nei Cie. «Ma l'uscita dal Centro ha significato rimettere i due delinquenti in libertà. La pena per gran parte dei reati commessi in precedenza l'avevano già scontata, mentre per altri reati i processi erano i corso. Il punto non è questo: i due nomadi andavano semplicemente espulsi come prevede la legge. A maggior ragione alla luce dei loro precedenti penali». Si dirà: il solito Giovanardi bastian contrario, che dopo la solidarietà ai poliziotti sul caso di Federico Aldrovandi e su quello di Stefano Cucchi rialza i toni anti-immigrati. «Alt. Io ho presieduto la commissione sulle adozioni internazionali e non ho alcun pregiudizio nei confronti di nessuno. Ma pretendo che, ai fini dell'integrazione, si distingua tra chi è perbene e chi non lo è». La ministra Kyenge non le piace proprio... «Di fatto ha proposto l'eliminazione di un meccanismo di prevenzione e di salvaguardia come i Cie. Voluti, ribadisco, anche dall'allora ministro dell'Interno Giorgio Napolitano, di fronte al quale Kyenge ha giurato come ministro domenica scorsa». La ministra è anche favorevole allo ius soli, la concessione della cittadinanza a chi nasce in Italia da genitori stranieri. «Sarebbe inaccettabile, diventeremmo la sala parto del mondo. Serve equilibrio: oltre al fatto di nascere sul suolo italiano, bisognerebbe in caso prevedere anche la frequenza, ad esempio, delle scuole italiane. Dobbiamo provare che il figlio dell'immigrato sia culturalmente integrato». E del possibile superamento della legge Bossi-Fini, altra proposta di Kyenge, che ne pensa? «Il punto è: in che senso andrebbe modificata la legge? Per me è folle sia dire che tutti possono venire in Italia, sia affermare “cacciamo tutti”. Basta con le irresponsabilità». Oggi al Senato si vota la fiducia al governo. Lei, anche viste le posizioni sull'immigrazione, che farà? «Voterò la fiducia. Sono convinto che le posizioni del ministro Kyenge rientreranno velocemente perché non sono condivise né dal resto dell'esecutivo, né dalla maggioranza».