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Province e finanziamento ai partitiLa missione quasi impossibile

Eliana Giusto
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Da quando si è inziato a parlare di Casta e di tagli dei costi della politica, i governi hanno sempre annunciato - e mai realizzato - l'abolizione delle Province. Tutte promesse mai mantenute. Enrico Letta ieri, lunedì 29 aprile, nel discorso alla Camera, lo ha ripetuto. E forse, questa volta, come riporta il Corriere della Sera, ci sono le premesse giuste visto che il presidente del Consiglio può contare su un Parlamento rinnovato e sul Movimento Cinque Stelle che seppur all'opposizione, si dice favorevole a votare il taglio.    Ma la strada non è spianata. Più volte siamo andati vicino all'eliminazione degli enti provinciali e ci siamo fermati a un passo dal traguardo. Nel 2011 il governo Monti con il decreto "salva Italia" aveva stabilito lo svuotamento di funzioni delle Province. Era l'anticamera della definitiva eliminazione. Finché non si è affacciato il rischio di un ricorso alla Consulta. La decisione arriverà fra giugno e luglio. Se il "salva Italia" sarà bocciato allora bisognerà affrontare il lungo e per nulla scontato iter di una legge costituzionale.   Insieme alla riforma delle Province giace alla Camera quella del finanziamento pubblico ai partiti. Altro argomento non facile visto che in 65 anni non è mai stato attuato l'articolo 49 della Costituzione sull'organizzazione e la forma giuridica dei partiti. Quindi per ora non possiamo che accontentarci dell'abolizione dello stipendio dei ministri, l'unica promessa che Letta può mantenere subito (e che ci farà risparmiare 3 milioni l'anno).  

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