Letta: "Durerò 18 mesi". E Renzi trema: "Che fare?"
Il rottamatore rischia di sparire dalla scena politica. Ma ancora due carte in mano: la segreteria e la presidenza dell'Anci
di Sebastiano Solano Il governo di larghe intese è pronto per il battesimo. Partirà e durerà 18 mesi. Tanti, troppi per Matteo Renzi, che nonostante le dichiarazioni di facciata avrebbe preferito un governo di scopo o del presidente che approvasse due-tre punti, tra cui la legge elettorale, per poi andare subito alle urne. E' la stessa posizione di una delle sue fiere avversarie: Rosy Bindi. Ennesimo paradosso che da conto di una situazione, all'interno del Pd, a dir poco intricata e complessa. Il Pd non gli interessa - Il 4 maggio ci sarà l'Assemblea Nazionale che con ogni probabilità sancirà l'insediamento di una reggenza temporanea affidata a Guglielmo Epifani o da un triumvirato di cui farà parte Stefano Fassina che proprio all'ultimo secondo ha visto sfumare il sogno di una poltrona ministeriale. Dalla partita per la reggenza, comunque, Renzi se ne terrà fuori il più possibile, in attesa del congresso di ottobre durante il quale sarà eletto l'erede del dimissionario Pierluigi Bersani alla segreteria. E qui dovrebbe entrare in gioco Renzi. Dovrebbe. Perché nonostante il forte pressing dei suoi e di alcuni dirigenti dell'area ex-popolare, su tutti Paolo Gentiloni, il Sindaco rottamatore non si sente uomo di partito, non si vede nel ruolo di paciere tra le diverse anime del Pd. Un vicolo cieco - Lui è il rottamatore, vuole cambiare il Paese, non il partito, che ha sempre visto come trampolino di lancio verso la premiership. E poi, se pure accettasse, come farebbe ad opporsi al governo Letta? Si prenderebbe la responsabilità di affossarlo nel caso non fosse d'accordo con la linea impressa dal neo-premier? No, non potrebbe. Ma non può nemmeno appiattirsi sulle posizioni del governo Letta: rischierebbe di sparire dalla scena. E infatti, se questo governo si rivelerà davvero un esecutivo di cambiamento, i meriti sarebbero tutti di Letta che, giustamente, andrebbe a caccia di una riconferma. Un lusso che Renzi non può permettersi. Un incubo. L'Anci per non sparire - L'unico modo per rimanere a galla è quello di occupare la poltrona che fu del suo fedelissimo Graziano Del Rio: quella dell'Anci. Posizone che tra l'altro gli consentirebbe di guadagnare quel consenso sul territorio, tra i militanti, che gli è mancato nella competizione con Bersani. Da lì, inoltre, potrebbe distinguersi e opporsi su determinati provvedimenti, ritagliarsi un suo spazio sulla scena politica e mediatica. Mantenere ancora viva la sua luce, insomma, che rischia di essere oscurata dal giovane premier Enrico Letta.