Grillo, Vendola, Di Pietro: tutti contro il governo Letta
Ai margini della vita politica, ora sbraitano. Beppe: "Resuscita Barabba". Nichi: "Ma quale rivoluzione?". L'ex Idv: "Il Cav s'assicura l'impunità"
Con l'avvio del nuovo governo sono in tanti a rosicare. In particolare tra le fila dai trombati, tra politici sonoramente bocciati all'ultima tornata elettorale. Tra questi c'è sicuramente Antonio Di Pietro, il simbolo per eccellenza dell'antiberlusconismo militante, che non poteva esimersi dall'aprire il fuoco contro la squadra di governo appena varata dal premier del "governo di servizio", Enrico Letta. L'ira di Di Pietro - Subito dopo l'annuncio della lista dei ministri, Di Pietro ha twittato: "Berlusconi, con questo #governo, si è assicurato l'impunità e il Paese è stato condannato. È un vergognoso inciucio. Per Casta ultimo valzer". Un attacco a testa bassa contro il nascente esecutivo. Secondo molti osservatori, Silvio Berlusconi l'ha spuntata: è un governo politico, con molti esponenti del Pdl, ma soprattutto gli azzurri sono nelle stanze di comando. Per il Cav si tratta di una vittoria, soprattutto considerati i presupposti con cui gli azzurri si erano presentati alle elezioni. Così Di Pietro predica odio a testa bassa, sfruttando le parole d'ordine del grillismo: inciucio, casta, impunità, manette. La delusione di Vendola - Tra i rosiconi c'è Nichi Vendola, che non si rassegna alla prematura scomparsa (politica) dell'ormai ex sodale Pierluigi Bersani. L'inseguimento ai grillini è fallito, e ora il Pd si trova a governare con il Pdl. Troppo, per il comunista Vendola, animato dal sacro fuoco anti-berlusconiano. Delusione, rancore e amarezza traspaiono dalle dichiarazioni di Nichi sulla squadra di governo: "Questo governo una rivoluzione? Lasciamo perdere. Rivoluzione era, dal mio punto di vista, continuare con il metodo Boldrini e andare in terre incognite a perlustrare nell'area del Movimento 5 Stelle. Oggi questo è un modo intelligente di gestire la restaurazione". Grillo sbraita - L'amarezza di Vendola e Di Pietro è nulla se paragonata a quella di Beppe Grillo. Credeva di avere il Pd in pugno, sperava che i democrat votassero Stefano Rodotà al Quirinale, immaginava i pentastellati come pedina fondamentale per la formazione di un governo. E invece no, nessuna traccia dei grillini nel nuovo governo. Beppe rimugina, perde le staffe. E twitta: "Con il #governoLetta il terzo giorno è resuscitato Barabba". E, aggiungiamo noi, è morto il M5s.