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Toto-ministri, gli ultimi nomi

Lucia Esposito
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  di Barbara Romano Ultime limature all'esecutivo Letta, ma la lista è pronta. C'è tanto spazio per i giovani.  Ed è in gran parte frutto dei desideri di Giorgio Napolitano. I leader di partito hanno avuto voce in capitolo sui petali della rosa di governo, ma un ruolo decisivo nel decidere chi ci sarà a Palazzo Chigi e chi no l'ha sicuramente giocato il presidente della Repubblica. Che prima di scegliere i ministri ha stabilito i criteri di selezione, sulla base di due direttrici. I ministeri di peso, Napolitano ha preteso che vengano assegnati a personalità di alto profilo, anche internazionale, e di grande esperienza. Per gli altri dicasteri, le due discriminanti sono che i prescelti non fossero già stati ministri e non avessero pendenze con la giustizia. Con queste premesse, ecco l'embrione del nuovo governo che salirà oggi al Colle giurare nelle mani del Capo dello Stato. O al più tardi domattina.  Per l'Economia in nottata (e nonostante il veto berlusconiano) sono salite le quotazioni del direttore generale della Banca d'Italia Fabrizio Saccomanni. In calo i ranking di Salvatore Rossi, vice direttore generale di Bankitalia, e di Piercarlo Padoan, vicedirettore generale Ocse. Il Cavaliere però vorrebbe all'Economia, al limite come sottosegretario, Renato Brunetta, che considera un tecnico, in quanto economista, strategico nella battaglia per eliminare l'Imu. Ma l'ex ministro della Funzione Pubblica si scontra con le resistenze del Pd nella partita di via XX Settembre che ieri ha determinato uno stallo nelle trattative. All'Economia è in pista anche Giuliano Amato, destinato a un ministero di serie a dopo che è tramontata la sua candidatura alla presidenza del Consiglio. Il dottor Sottile è in pole position anche agli Esteri, dove però sembra avere più chances Massimo D'Alema, già titolare della Farnesina. Anche lo Sviluppo sembra destinato al Pd: a Dario Franceschini o al renziano Graziano Delrio, che lascerebbe la guida dell'Anci. Ma circola anche l'ipotesi di un tecnico: il direttore generale di Confindustria Giampaolo Galli. Altro ministero reclamatissimo dal centrosinistra è il Welfare, che potrebbe andare all'ex sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, a Carlo Dell'Aringa, neodeputato del Pd, o al già ministro del Lavoro Tiziano Treu. Del Pd circolano anche i nomi del vicecapogruppo vicario alla Camera Paola De Micheli per l'Agricolura e del deputato Francesco Boccia per la Coesione territariale. È Franco Frattini, invece, il nome che circola di più per la Difesa. Da sempre in ottimi rapporti con Enrico Letta, l'ex ministro degli Esteri di Berlusconi è anche molto ben voluto da Napolitano, che è stato il primo a fare il suo nome come prossimo Segretario generale della Nato. In predicato per assumere la guida della Difesa è anche il segretario del Pdl, Angelino Alfano. Uno dei pochi per il quale è prevista una deroga al veto sugli ex ministri. Destinato a un incarico di primo livello per compensare la premiership assegnata al vicesegretario del Pd, Alfano sembrava destinano a diventare vicepremier. Ma dal Pd raccontano che questa poltrona sia stata tolta dal tavolo del futuro consiglio dei ministri dallo stesso Letta, il quale non vuole correre il rischio di essere commissariato da un vice targato Pdl.  Sulla Giustizia sono salite le quotazioni di Michele Vietti. Per quanto di derivazione udiccina, il vicepresidente del Csm avrebbe il vantaggio di presentarsi come nome di mediazione, ma non è molto gradito a Berlusconi che, appena rientrato dal Texas, ieri si è blindato a Palazzo Grazioli a limare la lista del Pdl e a studiare le altre caselle con un occhio particolare alla Giustizia e all'Economia. I candidati voluti fortemente dal Cavaliere, oltre ad Alfano, sono appunto Brunetta, Maria Stella Gelmini, che però non ne vuole sapere di tornare all'Istruzione, e Anna Maria Bernini. Che è stata sì già ministro, delle Politiche comunitarie, ma questo le ha consentito di guadagnare esperienza e un profilo internazionale. In più la Bernini piace molto a Napolitano ed è una donna: una marcia in più, dal momento che il Capo dello Stato intende fare spazio ai volti nuovi e alle pari opportunità. Dove molto probabilmente ritornerà Mara Carfagna. Vengono considerate alte anche le quotazioni di Gaetano Quagliariello al ministero delle Riforme, anche lui molto gradito a Napolitano che alla vigilia di Pasqua lo ha chiamato tra i dieci saggi proprio a scrivere il programma di governo sulle riforme istituzionali. Buone anche le chances di Maurizio Lupi di diventare futuro ministro della Sanità, sebbene il suo nome aleggi anche sull'Istruzione. Per questo ministero è in pista pure del senatore di Scelta civica Mario Mauro, un altro dei saggi reclutato al Colle. Tra gli altri candidati montiani, c'è anche l'ex titolare delle Politiche comunitarie, Enzo Moavero, che potrebbe essere riconfermato nel suo ruolo o diventare viceministro degli Esteri. Così come Andrea Riccardi potrebbe restare alla guida della Cooperazione internazionale.  

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