Sul sito di Grillo attacco ai giornalisti e a Lilli Gruber
Dopo la figuraccia fatta giovedì 25 aprile durante le consultazioni in diretta streaming con il premier incaricato Enrico Letta, e dopo le infuocate polemiche che hanno seguito il post sul 25 aprile ("Il 25 aprile è morto", aveva detto), Beppe Grillo continua ad alzare i toni. E lo fa condividendo sul suo blog un commento di uno dei suoi seguaci, che si firma con l'inquietante nome di Robespierre, tutto centrato sull'attacco ai giornalisti, due in particolare: Beppe Severgnini e Lilli Gruber. Severgnini venduto - Nel mirino il commento dell'editorialista de Il Corriere della Sera che, in seguito alla diretta streming tra Letta e i capigruppo del M5S Roberta Lombardi e Vito Crimi, aveva scritto: "Il confronto tra Letta e i Grillini era come il Bayern contro una squadra di dilettanti". Apriti cielo. Grillo indossa indossa la tenuta da incendiario e parte l'attacco a testa bassa contro Severgnini: "Se tu caro Severgnini fossi vissuto nel passato avresti decantato il DUCE, PINOCHET, GROMIKO (sic!) e altri potenti, perché tu sei un uomo per tutte le stagioni, sei un uomo abilissimo a salire nel carro dei vincitori, sei un uomo camaleonte, abilissimo a stare in equilibrio tra PD, PD-L, DROGHIERE DELLA SERA (sic!) e lettori dei tuoi mediocri e inutili libri". La Gruber leccaculo - Il post chiama poi in causa la Gruber: "Ti vendi bene, e ti fai sviolinare dalla Gruber, "giornalista illuminata" che in un altro paese diverso dall'Italia, potrebbe al massimo fare la cassiera in un cinema di periferia. Quando la smetterete di leccare il culo ai vostri padroni, potrete avere la soddisfazione di riabbracciare i vostri figli senza vergognarvi". Ridotto all'irrilevanza politica, al comico genovese non resta che aizzare i suoi elettori, nel tentativo di fermare la fuga dell'elettorato dal M5S, già evidenziata dal voto in Friuli Venezia Giulia. E, secondo gli ultimi sondaggi, complice la faida interna che sta consumando il Pd, pur non sfondando è riuscito per il momento a mantenere il cosnenso avuto a febbraio. Il Pd ha infatti perso 5 punti, metà dei quali divorati dal M5s.