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Consultazioni: Letta aprecon Sel e chiude coi 5 stelle

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Il presidente incaricato vedrà la Lombardi e Crimi alle 18 e poi dovrebbe salire al Quirinale da Napolitano

Matteo Legnani
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Una strada tutta in salita quella del neo presidente del Consiglio Enrico Letta che anche in una giornata di festa come questa, è il 25 aprile, sta tentando di dar vita al suo governo. Le consultazioni con i partiti, nella speranza di trovare la quadra, sono iniziate presto. Le consultazioni con i partiti, nella speranza di trovare la quadra, sono iniziate presto. Alle 8,30 Enrico Letta era già a Montecitorio per incontrare il leader di Sel, Nichi Vendola con i capigruppo al Senato, Loredana De Petris, e alla Camera, Gennaro Migliore.  "Occorre fare presto senza dimenticare i temi del programma di cui parlero' con le forze politiche e dell'equilibrio su cui costruire la squadra", aveva detto ieri e oggi sarà una giornata decisamente piena che finirà nel tardo pomeriggio con l'incontro con il Movimento Cinque Stelle. Alle 9,15 è stata la volta del gruppo Misto del Senato, alle 10 di quello alla Camera. Alle 10.20 ha visto Giorgia Meloni, presidente del gruppo parlamentare 'Fratelli d'Italia' della Camera dei deputati. Alle 10,50 minoranze linguistiche c'è stato l'incontro con le minoranze linguistiche; alle 11,15 Grandi autonomie e libertà; alle 11.45 Mario Mauro e Lorenzo Dellai, presidenti dei gruppi parlamentari 'Scelta civica per l'Italia' del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati; alle 13 Massimo Bitonci e Giancarlo Giorgetti, presidenti dei gruppi parlamentari Lega nord e autonomie; alle 16 Renato Schifani e Renato Brunetta, presidenti dei Gruppi parlamentari del Pdl. Alle 17 toccherà a Luigi Zanda e Roberto Speranza del Pd, alle 18 infine ai grillini Roberta Lombardi e Vito Crimi. Letta dovrebbe a quel punto salire al Quirinale, per riferire al Capo dello Stato Giorgio Napolitano dell'esito delle consultazioni e sciogliere la riserva con cui ha accettato l'incarico. Il dibattito alle Camere sulla fiducia potrebbe iniziare perciò lunedì, dopo il giuramento dei ministri. Anche se Napolitano ha tenuto a precisare ieri che il tentativo messo in campo "non ha alternative", il compito di Letta non è affatto facile.  Sinistra e Libertà - "Abbiamo fatto presente a Letta che per noi le larghe intese sono la risposta sbagliata alla domanda di cambiamento". Nichi Vendola al termine delle consultazioni alla Camera con il presidente del Consiglio incaricato sintetizza i temi portati al tavolo di Letta. "!ualunque governo dovesse nascere, comunque, - ha aggiunto il leader Sel - ha il dovere nel giro di poche ore di dare una risposta certa a chi attende una notizia buona: il rifinanziamento della Cig e conclusione dell'emergenza esodati". Nel giorno del 25 aprile, Nichi Vendola respinge il paragone tra le larghe intese che potrebbero sostenere un possibile governo guidato da Enrico Letta e quelle che animarono il comitato di liberazione nazionale. Nichi, prende spunto pdal 25 aprile e spiega: "Il Comitato di Liberazione nazionale era un luogo in cui convivevano diversità straordinariamente lontane e per certi versi inconciliabili. Solo un soggetto non c'era: i fascisti", dice il leader di Sel rispondendo a un cronista. "Ecco, se avessimo dovuto ispirarci a quella esperienza- osserva Vendola- erano altri gli alleati da cercare visto che il nostro tema è uscire dal ciclo del berlusconismo". Com'è noto, il 25 aprile 1945 l'esecutivo del comitato di liberazione nazionale dell'alta Italia proclamò ufficialmente l'insurrezione contro l'occupazione nazifascista. Rispondendo a una domanda su eventuali analogie tra il patto che i partiti fecero nel '45 e un governo delle larghe intese. "Se avessimo dovuto ispirarci a quella esperienza, erano altri gli alleati da cercare, visto che il nostro tema è uscire dal ciclo del berlusconismo", ha aggiunto Vendola. Gruppo misto - Disco verde di Psi e Centro Democratico al tentativo di Enrico Letta. "Siamo i più convinti sostenitori di questo Governo" affermano Bruno Tabacci e Pino Pisicchio, dopo le consultazioni. Riccardo Nencini, segretario del Psi, sottolinea: "Enrico Letta ha di fronte una salita scalabile ed ha la protezione del Colle. Letta ha la possibilità di dimostrare concretamente che sono finiti i tempi dell'anti socialismo". Il Psi ha posto a Enrico Letta alcune priorità, soprattutto economiche: "Tutele basiche per i lavoratori atipici a tempo determinato, cancellazione dell'Imu per l'abitazione nella quale si risiede, sgravi fiscali a favore delle imprese che occupino giovani a tempo indeterminato". Sulle riforme il Psi chiede di conferire "il rimborso elettorale solo a quelle forze politiche in regola con l'articolo 49 della Costituzione, il taglio del numero dei parlamentari e una legge elettorale che consenta la formazione di maggioranze e minoranze parlamentari certe".   Sulla composizione del Governo Pisicchio vede "un mix tra politici e tecnici". Nencini ipotizza "un architrave politico con eccellenze tecniche". Fratelli d'Italia - Fratelli d'Italia sarà all'opposizione del governo Letta e ribadisce il suo 'no' alle larghe intese, ma è disponibile a collaborare su alcuni temi, dalla riforma della legge elettorale ai provvedimenti che riguardano il lavoro. Lo dice Guido Crosetto che ha incontrato assieme a Giorgia Meloni e Ignazio La Russa, il presidente del Consiglio incaricato, Enrico Letta. "Abbiamo il dubbio che il governo Letta possa essere una riedizione del governo Monti e questo ci pone nella condizione a non essere favorevoli alla fiducia - ha detto Crosetto - ma siamo disposti a una collaborazione e diamo la nostra disponibilità su tutti i temi che affrontano i problemi del paese, a cominciare dal lavoro". Per Crosetto inoltre, si può fare "una modifica della legge elettorale in tempi brevi". "Vogliamo inaugurare un modo nuovo di fare opposizione - ha concluso - non vorremmo trovarci nella stesa situazione in cui ci trovammo con i governi Berlusconi e Prodi, in cui il presidente del Consiglio era un presidente di una sola parte.  Chiunque sarà il presidente del Consiglio, si può fare opposizione con dignità sapendo che chi rappresenta le istituzioni". Minoranze linguistiche - La minoranza linguistica della Val d'Aosta voterà la fiducia ad un eventuale governo Letta. Lo dicono Albert Laniece e Rudi Franco Marguerettaz, rappresentanti della minoranza minoranza linguistica della Valle d'Aosta del Senato e della Camera, al termine dei colloqui con il premier incaricato.  Grandi Autonomie - "Noi siamo contenti dell'incarico a Letta e siamo soddisfatti per la svolta di pacificazione che c'è stata con l'elezione di Napolitano. Siamo favorevoli a votare un governo di pacificazione e riteniamo che questo possa accadere se il Mezzogiorno sarà una priorità nel programma di governo". Lo dice il presidente del gruppo Gal-Grandi autonomie e libertà, senatore Mario Ferrara, al termine delle consultazioni con il premier incaricato Enrico Letta. Scelta civica - Al presidente del Consiglio incaricato Enrico Letta, Scelta civica ha manifestato "piena disponibilità a concorrere con tutte le energie a far nascere questa governo", anche se sono state valutate "tutte le grandi, serie   difficoltà che ci sono in questo momento per compiere questo passo". Lo spiega il coordinatore del partito Andrea Olivero. Perciò occorre "non accentuare elementi divisivi   ma cercare ampie convergenze, sulla base però di un programma serio che non faccia sconti a nessuno, mettendoci in gioco tutte le forze politiche". Possibile base di partenza, ha spiegato Olivero, il "programma individuato nelle settimane scorse" dalle commissioni di   saggi indicate dal Quirinale, " con la determinazione di andare ad   affrontare più nel merito le singole specifiche questioni". "La compagine di governo, ce lo ha comunicato il presidente -ha detto ancora l'esponente di Scelta civica- sarà costruita per rendere efficace e possibile l'attuazione di quel programma e noi siamo   convinti che questo sia il metodo giusto". Lega - "Non entreremo nel governo, non siamo interessati a farlo, abbiamo dato a Letta la nostra agenda, che è l'agenda del Nord: attendiamo di sapere se questi punti saranno quelli del programma di governo, in caso contrario staremo all'opposizione, una opposizione concreta, non ideologica e con un rapporto dialettico che punta a risolvere i problemi". Lo dice Roberto Maroni dopo il colloquio con Enrico Letta. Maroni ha indicato a Letta tre punti: macroregione del Nord, il 75% delle tasse del nord rimanga al nord, no allo Stato centralista. Maroni, in quanto Presidente della regione Lombardia ("una regione più grande del Belgio"), non vuole avere come interlocutore a Roma "il ministro per la Coesione territoriale, ma direttamente il Presidente del Consiglio". Maroni ha aggiunto che la Lega è soddisfatta per l'incarico a Letta perchè "l'incarico non è stato dato alle persone su cui avevamo una netta e totale pregiudiziale. La nascita di un governo è l'unico modo per risolvere i problemi: delle imprese che chiudono, del lavoro che manca e delle famiglie non arrivano a fine mese".

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