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Enrico Letta sul Colle: è lui il premier

Giulio Bucchi
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Il vicesegretario del Pd Enrico Letta è il nuovo premier. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha scelto lui e non Giuliano Amato per la poltrona più bollente, quella di Palazzo Chigi. Una beffa per il Dottor Sottile (già in predicato fino all'ultimo per il Quirinale), una responsabilità pesantissima per il 46enne Letta, che alle 12.30 è stato convocato sul Colle per l'ufficialità, arrivata pochi minuti prima delle 13, annunciata dal segretario generale Donato Marra: "L'onorevole Letta si è riservato di accettare". Già stasera poi il nuovo premier potrebbe presentare la lista ufficiale dei ministri. La prima reazione dello sconfitto Amato. "Sono assolutamente soddisfatto. Napolitano è un motore di garanzia quando la macchina della politica si spegne...". Al di là dell'amarezza di Amato (silurato due volte in una settimana) e delle congratulazioni del suo rivale Matteo Renzi ("In bocca al lupo!", scrive su Twitter), resta la curiosità di conoscere la squadra di governo del duo Napolitano-Letta: un mix leggero (si parla di dodici poltrone) già delineato di saggi, tecnici e politici, con la quasi certa conferma di Anna Maria Cancellieri agli Interni e lo spostamento di Mario Monti agli Esteri. "Il governo non nascerà per forza" - "Non ho nessun nome per i ministri", ha spiegato Letta nella mini-conferenza stampa dopo il colloquio con Napolitano. "Il Paese non può aspettare oltre. Ho accettato con riserva secondo rito, sono rimasto sorpreso dalla telefonata di Napolitano e sento un peso più pesante delle mie spalle". "L'Italia che soffre ha bisogno di risposte immediate, è un tentativo complesso e difficile, io lo chiamerei un governo di servizio al Paese", ha commentato Letta, aprendo a tutti i partiti: "Col Pdl cercheremo di trovare le soluzioni, ma questo governo non potrà nascere a tutti i costi". Il nuovo premier incaricato, che svolgerà le consultazioni nella giornata di domani, ha chiarito che i punti base del suo governo dovranno essere le riforme: quelle istituzionali e la riduzione del numero dei parlamentari in primis. Sui ministri "non ho nessun nome", ha concluso un po' a sorpresa. Napolitano: "Soddisfatto e sereno" - Il presidente Napolitano ha espresso "soddisfazione e serenità", perché "si è aperta la strada alla formazione di un governo e alla sola prospettiva possibile: la larga convergenza di tutte le forze politiche, in entrambe le camere. Ho scelto in base alle consultazioni di ieri, non sono state poste pregiudiziali sul nome. Letta appartiene a una generazione giovane, secondo gli standard italiani, ma ha già accumulato una grande esperienza nell'attività di governo e nel campo culturale con la presidenza dell'Arel fondato da Beniamino Andreatta,e per la sua presenza in questi anni in numerosi fori europei e internazionali". Per Napolitano, la nascita del governo è "indispensabile, non ci sono alternative", e per questo confida nella disponibilità dei partiti in Parlamento: "Serve un clima di massimo rispetto reciproco, si riconosco al ruolo di ognuno in un governo di così larga convergenza". Perché Letta - La scelta di Letta risponde al criterio di "cambiamento" generazionale invocato da più parti, e dallo stesso Napolitano, in controtendenza rispetto all'investitura del favorito Amato. Il Pdl, favorevole delle larghe intese, ha detto per bocca di Renato Brunetta di non aver posto veti a nessuno dei due. La Lega Nord, invece, era contraria al Dottor Sottile. C'è poi il capitolo Pd, che essendo la maggior forza parlamentare sarà chiamato a sostenere in prima fila il prossimo esecutivo. Intorno al nome di Letta, infatti, si sarebbe ricompattato il partito esploso sulla grana Quirinale, con il siluramento di Franco Marini prima e Romano Prodi poi. Impossibile, al momento, ipotizzare ad una maggioranza allargata a Sel e Movimento 5 Stelle. Letta o non Letta, loro staranno all'opposizione.

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