Quirinarie: Rodotà, solo 4mila preferenze
Se ci fossero ancora dubbi sulla pagliacciata delle Quirinarie grillne, ora è lo stesso Beppe Grillo a fugarli. Il Movimento Cinque Stelle infatti ha pubblicato il risultato delle votazioni on line per i candidati al Colle del mondo grillino. Il numero dei voti raccolto dai partecipanti fa davvero ridere. I votanti che hanno partecipato, tra polemiche e ritardi, alla consultazione online sono 28518 (più o meno la metà degli iscritti) . Milena Gabanelli, la giornalista di Report, che ha fatto "lo gran rifiuto" per il Colle ha raccolto il 56 per cento delle preferenze con 5796 voti. Subito dietro c'è il medico e fondatore di Emergency Gino Strada che ha collezionato 4938 voti. Mister 4mila voti - Poi c'è Stefano Rodotà, il vero candidato del Movimento Cinque Stelle che ha portato a casa 4677 voti. Un bottino davvero misero considerando che il presidente della Repubblica dovrebbe unire la maggioranza dei consensi da Aosta a Ragusa e tra tutte le forze politiche. Se Giorgio Napolitano avesse partecipato alle Quirinarie non ci sarebbe stata partita. Pd e Pdl hanno interpretato bene, per una volta, il sentiment del Pasese. Re Giorgio fino a prova contraria è una figura che ha dato subito un segnale forte alla politica. Il suo discorso di ieri pomeriggio alla Camera è stata una sonora tirata d'orecchie per tutte le forze politiche e soprattutto per i grillini: "I movimenti che si muovono sulla rete non possono racchiudere il volere del Paese che deve sempre e comunque riconoscersi nei partiti che da secoli governano la democrazia italiana. Il web dà nuove fonti di partecipazione politica, ma non è espressione organizzata come un partito politico". Re Giorgio è stato chiaro. Pd ucciso da un pugno di voti - Con i risultati di oggi quell'urlo "Ro-do-tà" diventa un fischio poco udibile dal resto del Paese. Non si può pensare di andare al Colle solo perchè 4000 persone ti votano su una popolazione di 60 milioni. Un elettore italiano su 10000 avrebbe scelto secondo i conti grillini Rodotà al Colle. La proporzione non regge. Pd, Pdl e Scelta Civica che hanno votato Re Giorgio rappresentano, piaccia o no ai grillini circa 25 milioni di elettori italiani non poco. Il Pd è stato travolto da 4 mila voti per Stefano Rodotà. Quel nome è stata la croce di Bersani che ha dovuto proporre Marini, Prodi e infine Napolitano per battere lo spauracchio del garante. Il conto è stato salato. Bersani ha lasciato la segreteria e la Bindi si è pure dimessa. Un crollo totale di una dirigenza e di un partito immolato sull'altare di Grillo in nome dei 4000 mila voti di Rodotà. Se quei numeri fossero stati pubblicati prima probabilmente la storia sarebeb stata diversa. Una cosa va ricordata però a Grillo: un golpe non si fa con Napolitano. Un "golpettino" si fa volendo imporre a 40 milioni di italiani un presidente che ha raccolto solo 4000 preferenze. Il resto è democrazia. (I.S.)