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Alessandra Moretti, nessun mea culpa: "Vigliacco chi dà la colpa ai giovani dem della sconfitta di Prodi"

Eliana Giusto
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  Alessandra Moretti non si sente in colpa per la disfatta di Bersani, di cui è stata portavoce, né per la morte del Pd. Certo dice, "abbiamo dimostrato di non saper fare" e ora il partito "deve cercare di riprendere le piazze", anche se "ci vorrà tempo" e se "ha commesso errori molto gravi in questi giorni''. Lo dice la deputata a Tgcom24. Secondo la Moretti, dopo che era stata avanzata la candidatura di Franco Marini si è creata una ''frattura, non sulla persona ma sul metodo'' per cui ''chi era vicino a Bersani aveva il dovere di dirgli di fermarsi un momento, invece si sono accelerati i tempi e le conseguenze le abbiamo viste''. Ma lei, ovviamente, non c'entra. Per la deputata Pd il momento più grave è stato quando ''si è detto di sì a Prodi e poi 100 vigliacchi hanno fatto altro". 'Su Prodi "si sono consumati i rancori di una vecchia politica. Contro Prodi hanno votato coloro che volevano mettere fine alla leadership di Bersani e aprire al Pdl. Io li definisco vigliacchi quando cercano di scaricare la colpa su tutti i giovani parlamentari. Loro vogliono portarci nella tomba con loro, ma si sbagliano di grosso''. ''Non accetto che coloro che hanno fatto sbagliare Bersani adesso scarichino su di noi la responsabilità". Nessun mea culpa, quindi. Ma senso di appartenenza al partito sì: "Se quello di Matteo Renzi sarà il nome che uscirà dalla direzione, sono pronta a sostenerlo, come qualsiasi altro nome''.  

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