Il "segretario" Barca piccona il Pd:"Dobbiamo votare Rodotà e Bonino"
Il ministro è pronto a prendersi il partito, ma già comincia distruggerlo. Non vuole il bis di Napolitano e prova a spaccare i democratici. Il "nuovo inizio" del Pd è già finito
Fabrizio Barca, il ministro che da qualche giorno ha preso lessera del Pd e che da tutti viene accredidato per la successione di Pier Luigi Bersani, non accetta l'idea di un Napolitano-bis. "Incomprensibile che il Pd non appoggi Stefano Rodota' o non proponga Emma Bonino". Una voce fuori dal coro che in pratica fa capire quanto il Pd sia diviso e distrutto al suo interno. L'Assemblea dei democratici ha accettato la ricandidatura di Napolitano tra gli applausi. Gli stessi che avevano incoronato il nome di Romano Prodi per il Colle, salvo poi farlo impallinare dai franchi tiratori. Così ora i democratici si preparano a far fuori pure Napolitano. Saranno 4 gli astenuti tra le truppe democratiche che dovranno votare per Giorgio Napolitano. Poi ci sarà un voto contrario, quello di Corradino Mineo che non vuole un Re Giorgio-bis. Le parole di Barca segnano un'ulteriore ferita nel corpo già strazziato del Pd. Con Bersani dimissionario, Barca prova a prendere in mano il partito e con la tradizione che accompagna la sinistra da decenni si impegna subito a picconare la sua casa. A questo punto già il Pd del futuro non esiste più. Il segretario in pectore già detta la linea e sconfessa l'apertura per Napolitano. La confusione e la mancanza di leadership stanno affondando i democratici. Eppure Barca era uno dei ministri "tecnici" più stimati da Re Giorgio. Ma quella ormai è un'altra storia...(I.S.)