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Quirinale, Prodi sta per essere sabotato: ecco chi rema contro

Romano Prodi

Sebastiano Solano
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di Sebastiano Solano Dopo la spaccatura che ha il sapore di una resa dei conti di ieri, durante la votazione di Franco Marini, il Pd ha deciso di puntare su Romano Prodi al Quirinale. Quando è stato pronunciato il suo nome durante l'assemblea di stamattina, i grandi elettori del Pd siano scattati in piedi applaudendo tutti, all'unanimità. Con convizione. Ma è solo apparenza. I mal di pancia per una scelta che, di fatto, apre al M5s sono tanti. E nemmeno tanto insospettabili. D'altronde non è credibile che le tante "anime" del Pd, quella dell'ex Margherita e degli ex Ds ritrovino un'unità che di fatto non c'è mai stata. Sulla carta dalla quarta votazione ha bisogno solo di sette voti che potrebbero arrivare dai grillini ma in realtà l'elezione di Prodi non è così scontata.  D'Alema vuole il Colle - Innanzitutto gli ex-popolari guidati da Beppe Fioroni, che si sono visti scappare sotto il naso la nomina del loro candidato, Franco Marini. Ma sono soprattutto i dalemiani a covare rancore. Che tra Massimo D'Alema e Romano Prodi non corra buon sangue è risaputo: i due rappresentano due idee diverse, antitetiche, di sinistra, ex-Pci l'uno, democristiano l'altro, aperto al dialogo con gli avversari il primo, antiberlusconiano fino al midollo il secondo. Ma non è solo questo. Il fatto è che Baffino ha un altro nome per il Quirinale: se stesso.  Bruciare Prodi - Da gran stratega qual è, la sua è una battaglia che corre velocissima ma sottotraccia, seguito su questa linea da un cospicuo gruppo di fedelissimi. Il Lider Maximo è pronto ad uscire allo scoperto alla quarta votazione, quando compatterà i suoi nel voto contro Prodi, a cui mancherà tra l'altro il sostegno di alcuni ex-popolari, oltre a quello del M5s, che punterà ad oltranza su Stefano Rodotà. Risultato: Prodi sarà bruciato, avrà buttato via dalla finestra i soldi del viaggio di ritorno dall'Africa.  Il centro-destra potrebbe votarlo - Ma a D'Alema i voti dei suoi non bastano. E bisogna escludere dal conteggio anche i voti del M5s e di Sel. In suo soccorso potrebbero accorrere Pdl, Lega e Scelta Civica, che per ora appoggiano Annamaria Cancellieri. Per ora. Perché siamo ancora terza votazione e la quarta, probabilmente, sarà un giro di ricognizione. D'altra parte, è nota la stima di cui Baffino gode nel centrodestra. D'Alema, insomma, ha tutto il tempo, e soprattutto tutta l'abilità, necessari a tessere la sua tela. E non è detto che non ci riesca. Male che vada avrà raggiunto almeno l'obiettivo minimo: impedire l'elezione di Prodi.

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