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Vendola, il mago del vitalizio:Lo toglie. Ma poi riappare...

Vendola Re della Casta. Di Benny

Nichi nel novembre 2012 abolì la pensione per i consiglieri. Poi ci ripensa e nel silenzio generale cambia la norma. Così prenderà i soldi

Ignazio Stagno
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  di Ignazio Stagno "Basta con i vitalizi!". Nichi Vendola quando vuole fare il grillino ci riesce, e anche bene. Ma lui è un "grillino a ore". Il richiamo della casta è troppo forte e con il suo 3 per cento, tanto ha preso Sel alle ultime elezioni, i privilegi se li tiene ben stretti. A novembre scorso nella sua Puglia in preda ad un rigurgito anticasta, Nichi aveva abolito con una legge regionale il vitalizio per i consiglieri. Il provvedimento della legge varata il 30 novembre sarebbe scattato già dal 1° gennaio 2013. Ma evidentemente dopo i proclama e gli applausi per la scelta, a porte chiuse i consiglieri pugliesi e lo stesso Nichi hanno pianto dal dolore in preda alla disperazione per aver rinunciato al succoso bottino. Così dopo aver ripreso conoscenza ad aprile si cambia tutto. Anzi il vitalizio viene rimesso al suo posto per la gioia di tutto il consiglio regionale. Nessuno tocchi il malloppo -  Il 3 aprile scorso è bastata una seduta di un minuto e 20 secondi per rimettere le cose come stavano. Con un emendamento e una nuova legge di sette righe e mezzo, la legge 34 del 2012 viene cambiata. In pratica il vitalizio per tutti gli eletti in questa legislatura sarà garantito. A pagarne le spese, si fa per dire, saranno i nuovi consiglieri regionali che verranno dopo la fine dell'era Vendola. In consiglio regionale tutti hanno tirato il fiato. La legge, in effetti per i canoni della casta era troppo dura. In pratica la trattenuta del 15 per ecnto che viene applicata mensilmente all'indennità sarebbe dovuta restare nelle tasche dei consiglieri. E qui casca l'asino. Un affare d'oro - Con l'accantonamenmto della quota la regione prevede a fine mandato, grazie alla legge 8 del 2003, una maturazione di interessi che può arrivare anche al 70 per cento dell'indennità mensile lorda indicizzata ovviamente al tasso d'inflazione. Un vero e proprio affare. Ma con quella legge approvata a novembre il giocattolo si sarebbe rotto. Le assicurazioni previdenziali non danno interessi così alti. Così l'idea di sistemare tutto con un emendamento. L'errore è stato rimediato con tanto di precisazione. "I consiglieri regionali eletti nella IX legislatura", cioè loro stessi, "hanno facoltà di versare le somme corrispondenti ai contributi previdenziali mensili di cui alla legge regionale 27 giugno 2003, n. 8 (Testo unico sulle norme in materia di trattamento economico e previdenziale dei Consiglieri regionali della Puglia), occorrenti per completare il quinquennio contributivo della legislatura in corso, purché abbiano maturato un'anzianità contributiva non inferiore a trenta mesi", si legge nella nuova norma. Dunque Vendola si tiene stretti i suoi privilegi e con lui tutti i componenti di questo consiglio regionale. I prossimi forse saranno davvero anti-casta oppure grillini.    

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