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Tutti i misteri sulle Quirinarie di Grillo

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Altro che trasparenza: Beppe non ha nemmeno pubblicato i risultati delle Quirinarie. Gabanelli, Rodotà, Strada, Prodi: quanti voti hanno preso? Mistero

Sebastiano Solano
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Il prossimo presidente della Repubblica potrebbe sedere al Colle con un consenso di 48mila elettori. Sarebbe il risultato di uno scellerato accordo tra Pd e M5s. E' nota la predilizione di Pierluigi Bersani per un accordo con i grillini piuttosto che con il Pdl. E dopo mesi di stallo istituzionale, proprio ieri è arrivata la prima vera apertura di Beppe Grillo al segretario Bersani: vota il nostro candidato e potrebbe essere l'inizio di una futura collaborazione, è stato in sintesi il ragionamento alla base della proposta del comico genovese.  Un presidente scelto da 48mila persone - Poco più che una provocazione a cui però il Pd potrebbe abboccare. Escludendo Milena Gabanelli, che pare sia propensa a rinunciare, di fatti il vero candidato del M5s sarebbe Stefano Rodotà, nome che molti a Largo del Nazareno sarebbero pronti a votare.Un assurdo politico, un insulto alla democrazia, se è vero che il Capo dello Stato deve essere rappresentativo di tutti gli italiani, nonché il custode dell'unità nazionale e i garante della costituzione. Il nome di Rodotà, infatti, è il risultato delle Quirinarie, di cui si sa solamente, come detto, che hanno votato circa 48mila persone e cioè un millesimo dei cittadini italiani aventi diritto al voto.  Quanti voti hanno preso i candidati?  - Dopodiché, sempre in nome della sempre invocata trasparenza, Grillo non ha diffuso nessun altro tipo di cifra: quanti voti ha preso la Gabanelli? E Rodotà? E tutti gli altri? Non si sa. Mistero. Rodotà al Quirianale rappresenterebbe inoltre un sonoro vaffa alla democrazia diretta, con cui il guru dei Cinque stelle si pavoneggia aizzando le folle durante i suoi comizi: eleggendolo al Colle, in un solo colpo verrebbero fatti fuori tutti quegli elettori che hanno votato gli altri partiti non di sinistra nella prospettiva di poter essere rappresentati nella scelta del prossimo inquilino del Quirinale. Non proprio il massimo, in un momento politico e sociale così delicato.

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