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Prodi fa l'anti Merkel per prendersi il Quirinale

Autospot Romano: l'euro unisce l'Europa e non salterà. Poi prende le distanze da Monti e attacca la Germania: pensa solo ai suoi problemi interni

Giulio Bucchi
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  di Sandro Iacometti Viva l'Europa, viva l'euro. Romano Prodi assicura che essere tirato in ballo per la corsa al Quirinale non gli fa alcun effetto. Subito dopo, però, l'ex premier ed ex presidente della Commissione Ue non perde occasione per sfoderare tutto il suo repertorio istituzional-europeista. Un sorta di promemoria (a suo giudizio efficace) per chi, da domani in Parlamento, dovrà esprimere la sua preferenza per il Colle. «Dopo quello che è successo nei mesi passati», ha detto Prodi nel corso di una lectio magistralis sull'Europa alla pontifica università Angelicum di Roma, «sono convinto che l'euro non verrà disfatto. Rimane un formidabile strumento di unificazione del continente europeo». Accanto alla celebrazione, però, il professore bolognese ci tiene a marcare la differenza dall'altro prof che ancora siede a Palazzo Chigi. Soprattutto rispetto alla Germania, che secondo l'ex premier dovrebbe comportarsi «da Stato guida» in questa fase di recessione. La leadership di Berlino sull'Europa è complicata, ha spiegato Prodi, «perché fa prevalere la politica interna rispetto a una visione europea. Un Paese come la Germania, con una crescita bassa ma con una bilancia commerciale che va meglio di quella cinese e con l'inflazione prossima allo zero, dovrebbe essere interessato a promuovere politiche che incrementino gli investimenti per lo sviluppo». Invece, ha concluso, «alla Germania questo ragionamento non piace e impone una visione nazionale ma di corto respiro».   Leggi l'articolo integrale di Sandro Iacometti su Libero in edicola oggi, mercoledì 17 aprile    

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