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Grillo mette al muro Bersani:"Vota la Gabanelli al Collee possiamo riparlare di tutto"

Grillo sul palco a Parma

Ignazio Stagno
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Beppe Grillo torna a corteggiare Pier Luigi Bersani. Lo fa a modo suo. Beppe si diverte a provocare il segretario del Pd e lo mette quasi sempre con le spalle al muro. Questa volta gli giura fedeltà a patto che Bersani dica ai suoi di votare la giornalista di Report al Quirinale. "La rete ha espresso un miracolo: Milena Gabanelli al Quirinale. E io volevo dare un consiglio a Bersani: voti la Gabanelli. Sarebbe un grande segnale. Potrebbe diventare con la Gabanelli la repubblica delle manette? Eh, non sarebbe mica male. Provi a votarla e cominciamo da lì. Poi ci sono i rimborsi elettorali e la legge elettorale e la corruzione. Così potremmo trovare una convergenza", afferma Grillo in rigorosissima diretta streaming su LaCosa. E dal palco di Sequals aggiunge all'indirizzo di Bersani:  "Volete il cambiamento? Votate Gabanelli. Non ti prendo neanche più per il culo, non ti chiamo neanche più Gargamella. Siamo a disposizione per cambiare". Lo scambio impossibile -  Il leader del Movimento Cinque Stelle chiede un voto per la Gabanelli presidente in cambio di un improbabile accordo di governo. In mattinata dal palco di Zoppola, Beppe aveva aspramente criticato i democratici per aver accettato di incassare i rimborsi elettorali: "Potevamo fare un governo insieme ma il Pd ha preferito prendersi i 48 milioni di rimborsi". Ora arriva l'apertura con Gabanelli for president. "La Gabanelli è una che non ha mai fatto inciuci con Berlusconi. Un miracolo oggi. La sua elezione sarebbe un grande segnale". Bersani ormai è sempre più stretto tra le impossibili richieste dei Cinque Stelle e le frecciate di Matteo Renzi che vuole prendersi il Pd. Sono ore di grande confusione per il segretario. Nulla di nuovo. Essere confuso è la sua specialità. Si scrive Milena, si legge Romano - Nel dubbio, per ora il Pd chiude timidamente la porta a Grillo. "Massimo rispetto per la Gabanelli, ma per noi vale il metodo dei due terzi. Se ognuno arriva con la sua bandierina dalle prime votazioni, una intesa è impossibile". E allora, se la Gabanelli è un "candidato di bandiera", su chi potrebbe esserci l'intesa? Di sicuro non su Giuliano Amato ("Loro parlano del cassiere di Craxi - ha replicato Grillo -. Se vogliono Amato si stanno suicidando"). Mentre occhio a Stefano Rodotà: "E' un altro nome che deve essere votato. Se loro (il Pd, ndr) diranno sì o no non lo sappiamo, ma questo è un altro voto spendibile". Dunque, se come sembra Gabanelli e il secondo classificato delle Quirinarie dovessero declinare l'offerta grillina, ecco che il terzo in graduatoria Rodotà potrebbe essere un candidato forte (tanto che la dem Alessandra Moretti ha ammiccato: "Su personalità come Rodotà o Cassese possiamo discutere e trovare una convergenza"). Ma c'è chi sussurra che in realtà quella della consultazione online del M5S sia una foglia di fico per coprire quanto potrà accadere in aula, magari dopo la terza votazione. E se il nome di Romano Prodi inzierà a girare tra i foglietti in Parlamento, allora l'inciucio (anche affidato a singoli "volenterosi") tra Pd e Movimento potrebbe essere realtà. (I.S.)  

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