M5S, Gabanelli candidata al Colle: vince le Quirinarie
Dopo l'attacco hacker e il balletto di Casaleggio su Prodi, il voto dei grillini arriva a una degna conclusione. Mortadella penultimo: dietro solo Dario Fo
La pagliacciata delle Quirinarie arriva a un degno epilogo. Dopo il presunto attacco hacker, dopo il balletto del guru Gianroberto Casaleggio sul nome di Romano Prodi, abbiamo un candidato. O meglio: una candidata. Si tratta di Milena Gabanelli, la giornalista di Report, che si aggiudica le Quirinarie online del Movimento 5 Stelle. Un piccolo particolare: la giornalista non ha mai detto di voler correre per la corsa al Quirinale, e nei giorni scorsi aveva lasciato capire che avrebbe fatto cadere nel vuoto l'eventuale "invito". La Gabanelli, inoltre, è vicina agli ambienti di sinistra, un po' "piddina" e molto poco cinquestellata. Insomma, una candidatura quantomeno bizzarra... La graduatoria - In seconda posizione un altro candidato che alla politica non ci pensa nemmeno lontanamente: il grande capo di Emergency, Gino Strada. Terzo gradino del podio per Stefano Rodotà, quindi il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky. A seguire Ferdinando Imposimato, Emma Bonino e Giancarlo Caselli. In penultima posizione il tanto chiacchierato Romano Prodi, che però racimola più voti di Dario Fo, ultimo. Un paradosso, la posizione del premio Nobel: quello che di fatto era il candidato del grande capo Beppe Grillo è il fanalino di coda delle Quirinarie. "Commossa ma sopravvalutata" - Interpellata dall'Ansa, la Gabanelli ha commentato: "Quando pensano che tu sia all'altezza di un compito così grande non si può solo essere onorati, perché è altamente gratificante. In merito alla candidatura - ha sottolineato - quando i proponenti mi chiederanno però risponderò. Ora posso dire che sono assolutamente commossa, e anche sopravvalutata". Quando le viene chiesto se la candidatura è una sorta di premio per le sue battaglie, lei risponde: "Le battaglie le faccio nel campo di mia competenza, ovvero nel territorio che conosco". Grillo: "Scelta straordinaria" - Il grande capo Grillo, a Zoppola, in Friuli Venezia Giulia per la sua arringa quotidiana, definisce "straordinaria" la scelta della Gabanelli: "Non avrei mai pensato a questo risultato. Se non accetta vediamo. Se non accetta vediamo, passiamo al secondo, Gino Strada, ma dobbiamo aspettare e vedere cosa fanno gli altri. Aspettiamo cosa fanno e scelgono gli altri, si mormora di gente straordinaria, ne vedremo delle belle. Noi abbiamo scelto con la dialettica". Per il guitto liguere, la giornalista è "una signora contro tutti i poteri forti. Fa indagini meravigliose e ce li ha contro tutti. Certo - ammette - sarebbe un cambiamento folle, sono nomi inconsueti, siamo abituati a nomi di persone che hanno 80 o 90 anni". Infine Grillo spiega che il nome della Gabanelli "lo sosterremo alla prima votazione, alla seconda e anche alla terza. Dobbiamo aspettare e vedere cosa scelgono gli altri. Non so cosa potrà succedere se si arriva alla quarta votazione. Prima stiamo un po' a vedere cosa scelgono gli altri". La strategia - Chi vince è la Gabanelli. Ma il suo nome, è stato chiaro fin dal primo momento, è poco più che di bandiera. Il match politico con gli altri partiti - tagliato fuori Prodi, troppo indietro nella rosa grillina - si potrebbe giocare sul nome di Stefano Rodotà, terzo, una personalità che nei giorni che seguirono il voto fu più volte accostata alla presidenza del Consiglio per un'imbrobabile governo Pd-Grillo. Certo, prima di Rodotà in graduatoria ci sarebbe Gino Strada, che però proprio come la Gabanelli si è sfilato: il Colle non gli interessa. Secondo le indiscrezioni, i parlamentari pentastellati già da oggi, martedì 16 marzo, cominceranno a discutere della linea che dovranno tenere alle votazioni che inizieranno giovedì mattina. Gli occhi restano puntati sulla quarta votazione, quando il quorum si abbasserà: in quel momento i voti del M5S potrebbero diventare determinanti. In agenda anche un incontro tra i capigruppo 5 stelle e gli omologhi del Pd: si terrà o nel pomeriggio o nella mattinata di mercoledì. Repubblica delle manette - Il primo commento alla "nomination" della giornalista di Report è arrivato dal portevoce del Pdl, Daniele Capezzone: "Con la candidatura di Milena Gabanelli al Quirinale, la Repubblica italiana avrebbe bisogno di un nuovo partito: le manette". E ancora: "Non abbiamo bisogno di un'Italia fondata sul giustizialismo". Quindi le parole del professor Paolo Becchi, che si era mostrato contrarissimo al nome di Prodi: "Ho pregato più di Santa Teresa D'Avila. Ha vinto il cuore e non la testa. Ma è un cuore grande quello del Movimento". Così il professore su Twitter.