Maroni, Colle: "Né Amato, né Monti, né Prodi"
La mossa di Bobo rischia di rompere il fronte comune con gli azzurri. Oppure potrebbe essere un segnale a Bossi...
La faida interna che sta consumando la Lega rischia di ripercuotersi sugli equilibri dell'intero centrodestra. A rischio, soprattutto, c'è la delicatissima e cruciale scelta del nuovo presidente della Repubblica. Appuntamento a cui Pdl e Lega rischiano di arrivare divisi. Dopo i rumors di venerdì 12 aprile che davano Umberto Bossi, che rappresenta l'ala per così dire berlusconiana della Lega, vicino a fondare un nuovo partito, il giorno successivo il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, ha preso le distanze dal Pdl riguardo la strategia da adottare per l'elezione del prossimo inquilino del Quirnale. La Lega avrà un proprio candidato al Colle - Bobo ha scritto su twitter: "Né Amato né Monti né Prodi. Lunedì la Lega sceglierá il suo/a candidato/a al Quirinale: un volto nuovo che venga dal mondo del lavoro". Una rottura in piena regola con la strategia del Pdl che, in un momento delicato come quello attuale, ormai da due mesi sta intimando al segretario del Pd Pierluigi Bersani di assumersi le sue responsabilità, ossi di aprire al dialogo con il centrodestra (anche se gli ultimi sondaggi suggeriscono al Pdl di andare al voto: sarebbe il primo partito). Solo tattica? - La Lega, dal canto suo, con questa mossa rischia d'incrinare il già fragile equilibrio del dialogo che tra alti e bassi sta comunque proseguendo. La mossa di Maroni potrebbe anche essere letta come uno schiaffo a Bossi o, molto più probabilmente, come un tentativo di dare una raddrizzata ai sondaggi, non certo lusinghieri per il Carroccio. Maroni potrebbe alzare il livello dello scontro per le prime tre votazioni, insistendo su un nome gradito alla base del Carroccio, per poi tornare a far fronte con il Pdl dalla quarta votazione, da quando cioè si proseguirà con il ballottaggio tra le due personalità più votate.