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Napolitano, governo: "Tocca ai partiti o al mio successore"

Giorgio Napolitano

Il presidente accoglie il lavoro dei saggi senza nascondere i dubbi: "Ora serve la condivisione delle responsabilità di governo e di percorsi di riforma necessari"

Nicoletta Orlandi Posti
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Il lavoro dei saggi è terminato e Giorgio Napolitano si arrende: di più non poteva fare. Per la formazione di un governo passa la palla ai partiti. Oppure al suo successore. Venerdì mattina i gruppi di lavoro incaricati di trovare possibili linee di azione sui temi istituzionali ed economici hanno presentato le loro relazioni che faranno parte delle consegne che il Capo dello Stato darà al nuovo presidente della Repubblica. "La parola e le decisioni adesso toccano ai partiti e starà al mio successore trarne le conclusioni", ha detto Napolitano spiegando che il suo obiettivo è stato quello di "stimolare la ricerca di convergenza fra le forze politiche, favorire un clima costruttivo nel nuovo parlamento, suggerire forme praticabili - nel quadro segnato dai risultati elettorali - di condivisione delle responsabilità di governo e di percorsi di riforma necessari". Ma, di fatto, il Capo dello Stato alza bandiera bianca: quello che poteva provare a fare per questo governo è stato fatto, saggi compresi, e i risultati non ci sono. "Quello che trasmetto - ha aggiunto Napolitano - è dunque un testimone concreto e significativo". Poi il presidente della Repubblica ha nuovamente difeso la "tempistica" del suo lavoro, sottolineando che i due cicli di consultazioni sono stati avviati immediatamente dopo l'insediamento delle Camere, e quindi il computo dei giorni della crisi "non deve partire dal 24 febbraio, ma dal 19 marzo".  Elogio ai saggi - I documenti, pubblicati anche sul sito del Quirinale, rappresentano per Napolitano il suo "contributo conclusivo, alla vigilia del compimento del mio mandato e della scelta del nuovo presidente". Secondo Re Giorgio quelli scritti dai dieci saggi sono punti in grado di "trovare una soluzione per il governo dopo le elezioni del 24 febbraio". "Le due relazioni - ha sottolineato Napolitano - valgono a porre più che mai al centro dell'attenzione delle forze politiche i problemi essenziali cui sono legati sia il soddisfacimento delle attese e dei bisogni più urgenti dei cittadini del paese, sia lo sviluppo futuro dell'Italia". Una seria considerazione "dei problemi da affrontare, delle situazioni critiche da superare, delle potenzialità da cogliere e mettere a frutto o stimolare la ricerca di convergenze tra le forze politiche puo' favorire un clima costruttivo nel nuovo Parlamento, suggerire forme praticabili di condivisione delle responsabilità di governo e dei percorsi di riforma necessari. Quel che trasmetto è dunque, credo, un testimone concreto e significativo", ha concluso Napolitano, uscendo, di fatto, di scena.  

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