M5s, caso avvocato licenziato: ecco l'email che sbugiarda la Lombardi
La capogruppo aveva spiegato: "Non ci aveva detto di aver lavorato per Fli e ci aveva criticati su Fb". Tutto falso
Chi di web colpisce di web perisce. La storia del licenziamento in tronco dell'avvocato Massimiliano Cardullo si tinge di giallo. Il professionista aveva raccontato la sua breve esperienza come addetto all'Ufficio Legislativo del M5s, interrotta bruscamente da un giorno all'altro. Un lavoro estenuante, dalle 9 alle 20, ha rievocato l'avvocato, per il quale aveva addirittura ricevuto diversi attestati di stima e riconoscenza dai parlamentari grillini. M5s: bugiardo e traditore - E allora, come mai è stato licenziato? Per sospetta appartenenza alla mafia e alla massoneria, gli hanno detto, tesi poi smentita dalla capogruppo del movimento Roberta Lombardi, secondo cui il motivo era politico: "Era un professionista a partita Iva, dopo averlo incaricato ci siamo accorti che lui aveva lavorato con Futuro e Libertà, cosa che ci aveva nascosto". Poi ha inveito contro il professionista: "Non abbiamo mai accusato Cardullo di essere 'un mafioso o un massone'. Quelle accuse le ha inventate". Bugiardo e traditore, insomma. L'email che smentisce la Lombardi - Ma le cose non stanno proprio così. L'avvocato siciliano, indignato per il trattamento ricevuto, ha mandato alla stampa l'email in cui c'è scritto, nero su bianco: "Dal 2011 ho fatto parte dell'Ufficio legisaltivo del Gruppo Futuro e Libertà per l'Italia alla Camera dei Deputati con mansioni di collaborazione e supporto all'Ufficio Legislativo". Non può essere stata un svista: per circa metà dell'email, l'avvocato riferisce le esperienze fatte per il partito di Gianfranco Fini. L'avvocato: mai criticato il M5s su Fb - Cardullo contesta poi anche i presunti attacchi al M5s. Scrive nella replica trasmessa alla stampa in cui ha allegato il proprio Cv: "Voglio inoltre precisare che da ben prima di iniziare a lavorare per il Gruppo Movimento 5 Stelle non ho mai mosso critiche al Movimento su Facebook". E precisa: "Per deontologia professionale, non mi sarei mai permesso di farlo durante il mio rapporto di collaborazione con loro e che, soprattutto, in sede di colloquio non mi è stato chiesto da nessuno se condividessi le idee del movimento o quale idee politiche avessi". Contratto regolare, altro che P.Iva - No regge, secondo l'avvocato, nemmeno l'inciso della Lombardi che lo aveva definito un semplice "collaboratore a partita Iva": "Smentisco infine che la mia collaborazione dovesse essere occasionale, tanto che dall'Amministrazione del Gruppo mi è stato chiesto di presentare fattura solo dopo la firma del contratto".