Bersani ha sbagliato giaguaro:doveva smacchiare Renziche grida "elezioni subito"
Nel Pd ormai è rottura totale. Matteo Renzi e Pier Luigi Bersani si beccano un giorno sì e l'altro pure. Dopo la scelta di Alberto Monaci come elettore per il Colle al posto di Renzi il focolaio delle frecciatine velenose non si spegne. Bersani si sente accusato. E non vuole responsabilità per l'esclusione del rottamatore dalla partita per il Quirinale. "Nella sequela di quotidiane molestie, mi vedo oggi attribuiti non so quali giochini tesi ad impedire la nomina di Renzi a grande elettore per la Toscana. Smentisco dunque di aver deciso o anche solo suggerito, o anche solo pensato alcunchè, a proposito di una scelta che riguarda unicamente il consiglio regionale Toscana". Ma Renzi non gli crede e lo accusa apertamente: "Mi avevano detto vai avanti, tranquillo ti votiamo, ma poi è arrivata qualche telefonata da Roma per fare il contrario". Un peccato, perché "mi avrebbe fatto piacere rappresentare la mia Regione". "Loro doppiogiochisti, io no" - Sulla propria pagina Facebook, qualche ora dopo, Renzi aggiunge piccato: "Fare il delegato regionale per eleggere il presidente della Repubblica non era un mio diritto. Lo avrei fatto volentieri, certo, orgoglioso di rappresentare Firenze e la Toscana. Le telefonate romane hanno cambiato le carte in tavola, peccato". "Nessun dramma però - conclude con un pizzico di veleno -, in politica può succedere. Mi spiace soltanto, la doppiezza di chi parla in un modo e agisce in un altro. Ai doppiogiochisti dico: forse non riuscirò a cambiare la politica. Ma la politica comunque non cambierà me. Io quando ho da dire qualcosa lo dico in faccia, a viso aperto e non mi nascondo dietro i giochini". La replica di Bersani - Bersani, per rispondere alle accuse di "pressioni" fatte da Renzi, usa l'ironia: "Chiedete a Telecom, non ho fatto nessunissima telefonata e pregherei di credere che con tutti i problemi che ci sono, l'ultimo problema è decidere dei 494 nostri grandi elettori chi sia l'uno o l'altro". Vada come vada, Bersani ormai ha perso qualunque credibilità anche dentro il suo partito. Ha sbagliato bersaglio. Il nemico non è più il Cavaliere, il nemico vero è il rampollo di palazzo Vecchio. E' lui il "Gianburrasca" che sta facendo ammattire tutti i democratici. Pensavano di averlo fatto fuori con le primarie farsa dello scorso autunno. In largo del Nazareno si pensava solo al giaguaro da smacchiare, al Cav. E invece il giaguaro inossidabile era dentro casa e aveva l'accento toscano. Renzi da sempre, dai tempi della Leopolda, è stato il problema del Pd. In tanti in lui vedono una risorsa, ma a sinistra le risorse le azzoppano. E pensano solo ed esclusivamente ad alimentare la sete di antiberlusconismo. Così Renzi al riparo, col Cav a fargli da scudo, si è addormentato per finta per tornare a mordere nel momento in cui Bersani dichiara fallimento. Subito al voto - Ora il rottamatore, ormai fuori dallo scacchiere del Colle, pensa già alle prossime elezioni e chiede il voto anticipato ad alta voce: "Io ho sempre detto che personalmente sono uno di quelli che sperano che si vada il prima possibile alle elezioni, perché il risultato non ha dato una maggioranza”. E sull'intesa tra Berlusconi e Bersani, Renzi non si pronuncia ma vuoel che qualunque cosa sia fatta velocemente senza perdite di tempo: "Se Berlusconi e Bersani riterranno più opportuna qualche forma di accordo nell'interesse del Paese, spero che facciano presto, il più veloce possibile. Ogni giorno che si perde è tempo perso per l'Italia”. (I.S.)