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Monti il salvatore dell'italiaci pignora tutto lo stipendio

Nel decreto l'obbligo di accredito su conto corrente di paga e pensioni. Aggirata la legge che fissa al 20% il limite su cui possono agire i creditori

Matteo Legnani
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  di Antonio Castro Salva Italia forse,  ma di certo non salva gli italiani. E soprattutto non mette al riparo dalla pignorabilità stipendi e pensioni. Tra le spire del decreto Salva Italia (novembre 2011), è spuntata fuori, a ben un anno di distanza, una trappola che rischia di mandare in miseria milioni di famiglie con debiti.  Il meccanismo perverso che potrebbe mandare a gambe all'aria gli italiani - scovato  e denunciato dal sito “La legge per tutti” - è più o meno questo: visto che la norma consente al creditore di pignorare la pensione (o i redditi di lavoro subordinato) nella misura massima del 20% (il “quinto pignorabile” previsto dal codice di procedura civile), si è pensato bene di aggirare i limiti imponendo a dipendenti e pensionati l'accredito su conto corrente oltre i 1.000 euro. Infatti il limite di “pignorabilità” vale soltanto per «se il pignoramento viene effettuato alla fonte», cioè se viene intimato direttamente a chi deve erogare lo stipendio o la pensione. La disciplina in materia impone infatti a datore di lavoro o enti previdenziali di accantonare il quinto di reddito da versare al creditore. Ma di versare il restante 80% al lavoratore o al pensionato per consentirgli una vita dignitosa. Tralasciando che nel 2012 - dati Inps - ben il 50% delle pensioni non supera gli 800 euro, è evidente che se il meccanismo di prelievo venisse applicato a tutti ci sarebbero altri milioni di italiani in fila alla Caritas o sotto i ponti.   Decaduta la facoltà di incassare pensione o stipendio in contanti oltre la soglia dei mille euro - grazie all'obbligatorietà di apertura di un conto introdotta proprio con il Salva Italia - chi si fa accreditare oggi l'emolumento rischia il pignoramento direttamente sul proprio conto corrente. Infatti, se il pignoramento viene effettuato in un «momento successivo all'erogazione» da parte dell'azienda o dell'ente previdenziale (anche un solo giorno dopo), presso la banca dove il pensionato o il lavoratore deposita le somme, «tale limite non opera più e il creditore può pignorare tutti i risparmi che vi trova», assicura il sito d'informazione.  Quindi, una volta che il denaro è stato trasferito (anche quando il conto contiene solo redditi dello stesso tipo, come solo la pensione o soltanto lo stipendio), è possibile pignorare non più solo il quinto, ma ben il 100% della pensione o del salario.  Il portale “La legge per tutti” da mesi si batte per un intervento politico e cercare così di tutelare dal pignoramento almeno le fasce di popolazione più fragili (i pensionati). Purtroppo, però, a oltre un anno dal varo del decreto Salva Italia voluto dal governo di Mario Monti «nessun provvedimento è stato preso a livello politico». Né, con il Parlamento ancora orfano delle Commissioni, sarà possibile un intervento rapido in materia.  Se è formalmente giusto assicurare e garantire ai creditori il rientro di quanto dovuto, è indubbio il rischio che in un periodo di crisi possa scatenarsi una guerriglia legale con i poveri cristi che non avrebbero di che campare. Concedendo la facoltà al creditore di aggirare l'ostacolo di legge (della soglia massima del 20%), si spalancano le porte a pignoramenti che possono erodere anche il 100% di pensione o stipendio. Infatti i creditori, invece di far notificare il pignoramento all'Inps o al datore di lavoro, che in questo caso dovrebbe sottoporsi al limite del quinto, potrà serenamente attendere che lo stipendio o la pensione venga accreditata sul conto corrente del debitore, per poi tempestivamente “prosciugarlo”. Se il meccanismo prelievo sul conto venisse applicato - come formalmente possibile - anche dall'Agenzia delle Entrate, milioni di italiani si vedrebbero prosciugati i conti e sfumare qualsiasi possibilità di vivere dignitosamente. Basti pensare che nel 2012 i soli pignoramenti immobiliari sono aumentati del 22,6% (da 37.347 a 45.859), secondo uno studio effettuato tribunale per tribunale da Federconsumatori. Banche e finanziarie che si sono prese la casa di milioni di famiglie non più in grado di pagare le rate del mutuo in gran parte dei casi.  Al momento non sono disponibili statistiche attendibili sulla massa di lavoratori e pensionati che hanno in corso pignoramenti di un quinto, che può serenamente lievitare al 100% se invece che chiedere i soldi al datore di lavoro si va a pescare direttamente sul conto corrente fatto aprire obbligatoriamente da Monti.  

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