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Dietrofront dei grillini: 2500 euro al mese non bastano, meglio 6 mila

Beppe Grillo

Sebastiano Solano
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Uno stipendio di 2500 euro netti può bastare. Anzi no: facciamo 6 mila euro. Il dietrofront di Beppe Grillo è arrivato durante la riunione di venerdì 5 aprile, durante la quale, secondo un retroscena de La Repubblica, si sarebbe discusso anche di soldi e stipendi. I mugugni all'interno del Movimento, infatti, non si limitano all'atteggiamento padronale assunto da Grillo sul M5s o alla linea politica intrapresa sfascista intrapresa sino ad ora.  6 mila euro posson bastare - Il dibattito è stato infuocato anche, e soprattuto, riguardo cose più terrene, tipo i soldi: "Ragazzi, avrebbe detto il guru dei cittadini a cinque stelle - l'importante è essere presenti in Parlamento, fare il proprio lavoro onestamente e in modo trasparente. Io non ho mai eccepito sugli stipendi, ma solo sui vitalizi". Parole di buon senso, ma che rappresentano una chiara sconfessione di quanto detto dai grillini in campagna elettorale. Tradotto in numeri, infatti, il discorso di Grillo è il seguente: ai 2500 euro al mese, si aggiunge la diaria di 3500 euro mensili. Si potrebbe obiettare, ma sarebbe come arrampicarsi sugli specchi, che Grillo non ha mai parlato esplicitamente di diaria.  Grillo da l'assenso alla diaria - In nome della trasaprenza, aveva sostenuto la necessità di rendicontare ogni singola spesa. Ma anche questo baluardo sembra caduto: su questo punto i più radicali hanno proposto la rendicontazione maniacale di ogni songola spesa e la restituzione della parte eccedente. Ma la frangia moderata, sul punto, ha alzato le barricate: "Ragazzi non scherziamo - ha detto uno di questi. Se la mettiamo così finisce che dobbiamo portare anche gli scontrini delle gomme da masticare e dei caffè". A sbrogliare la matassa è quindi intervenuto il leader supremo dei cinque stelle che avrebbe dato il suo beneplacito alla diaria. L'incubo fisco  - Ma quello delle retribuzioni è un tema dalle mille sfaccettature. Anche sullo stipendio qualcuno avrebbe avuto da ridire. Non tanto per il dimezzamento degli stipendi, quanto sulle conseguenze fiscali che ciò avrebbe sui singoli parlamentari. L'autodimezzamento potrebbe infatti non essere presa in considerazione dal fisco, cosicchè il reddito di ciascuno verrebbe ingiustamente gonfiato. Altro che Bersani e il Pd: il vero incubo dei grillini sono i soldi, il fisco. Come qualunque altro italiano. Benvenuti sul pianeta Italia. La "smentita" - Arriva a stratto giro la smentita di Grillo che dal suo blog attacca: "Ogni candidato del MoVimento 5 Stelle si è impegnato a rispettare il codice di comportamento che prevede 5.000 euro LORDI per l'indennità parlamentare percepita. Il codice non è stato oggetto di discussione, dibattito o revisioni". 

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