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Gaffe in Parlamentoe vertici carbonariGrillo a picco: -4%

Matteo Legnani
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Il picco lo hanno toccato non il 26 febbraio, giorno di chiusura delle urne alle ultime elezioni politiche. Ma esattamente il giorno dopo, quando i risultati del voto erano noti a tutti. Allora, un sondaggio attribuì ai 5 stelle un gradimento del 28,7%, ben tre punti sopra il risultato uscito dalle urne. Un fenomeno che i sondaggisti descrivono come effetto "bandwagon" e che tradotto in italiano significa salire sul carro del vincitore. Da allora, però, il "valore" del Movimento guidato da Beppe Grillo è andato via via calando. Inarrestabile. Il 7 marzo era sceso di un punto, il 26 dello stesso mese si attestava intorno al 26%. Fino alla rilevazione effettuata da Renato Mannheimer che compare oggi sul Corriere della Sera. Secondo la quale se si andasse a votare ora, i grillini sarebbero al 24,7%. Ossia ben quattro punti al di sotto della rilevazione effettuata appena 40 giorni fa. E un punto al di sotto anche di quello che era stato il loro risultato elettoraledel 26 febbraio. D'altra parte, va detto che da allora Beppe e i suoi "cittadini" di mosse giuste ne hanno azzeccate davvero poche, agli occhi di una parte significativa del loro elettorato. A partire dal rifiuto dell'accanimento terapeutico effettuato nei loro confronti dal segretario Pd Pier Luigi Bersani, che potrebbe infine portare alla nascita di un governissimo Pd-Pdl, quando invece, sempre secondo una parte degli elettori grillini, andando a palazzo Chigi coi democratici, Grillo & C. avrebbero potuto tenere per le palle i "vecchi politici". E che dire della "trasparenza altalenante"? Igrillini hanno sbattuto in streaming il loro incontro con il povero Bersani nel corso delle consultazioni per la formazione del governo, ma si sono ben guardati dal farlo quando hanno dovuto votare per appoggiare o meno l'elezione di Pietro Grasso alla presidenza del Senato; o quando, giusto qualche giorno fa, si sono trovati in un agriturismo alle porte di Roma per riorganizzare le idee e compattare il gruppo parlamentare. Già, perchè in questi 40 giorni che sono seguiti al voto, di divisioni tra loro ce ne sono state eccome. Al punto che oggi è possibile individuare una pattuglia di dissidenti. E che dire delle smentite che i poveri Lombardi e Crimi sono stati costretti a fare (da Grillo e Casaleggio) in seguito ad alcune loro incaute (per il leader e per ilguru del Movimento) dichiarazioni? L'impressione è che la discesa continui.

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