Pontida, Maroni avverte Bossi: pronto ad espellere anche lui
E' il giorno di Pontida, del raduno dei leghisti, un giono molto atteso dopo lo stop dello scorso anno. Una data non casuale quella del 7 aprile, scelta da Roberto Maroni per ricordare un altro 7 aprile, quello del 1167, che fu il giorno dello storico giuramento contro il Barbarossa. Si comincia alle 14 (anche questa è una novità rispetto al passato) gli occhi puntati al cielo che minaccia pioggia anche se la vera tempesta potrebbea scatenersi in caso di contestazioni della "vecchia guardia" bossiana contro la diriezione Maroni. Clima tesissmo - Sul palco c'è anche Bossi che i suoi seguaci, come scrive Repubblica, vorrebbero a capo di un'opposizione interna senza escludere la scissione. Il clima è tesissimo e i maroniani hanno fatto già sapere che, in caso di contestazioni a Bobo, sono pronti alla convocazione d'urgenza di un "federale" con un solo punto all'ordine del giorno: la cacciata dei dissidenti. Incluso Bossi. Nei giorni scorsi le critiche contro il Maroni "traditore" che ha cacciato Bossi fingendo un allontamento da Berlusconi salvo poi tornare ad accordarsi con lui per conquisrtare il Pirellone, hanno dominato il dibattito all'interno del partito. Insomma, come dicevamo, il clima politico è molto più a rischio di quello meteorologico e più che la minaccia della pioggia fa paura la minaccia di un'espulsione di Bossi che, a questo punto, potrebbe dar vita a una scissione. Maroni in pubblico nega l'esistenza di questo scontro ma i suoi stessi fedelissimi lo smentiscono. Ma a confermare c'è la notizia secondo cui l'atto fondativo del nuovo Carroccio sarebbe già stato depositato.