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Napolitano: perché potrebbe dimettersiprima del 15 maggio

Giorgio Napolitano

Tentazione Re Giorgio: lasciare prima della scadenza naturale del suo settennato

Lucia Esposito
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Sabato santo, il 30 marzo, Giorgio Napolitano aveva davanti a se due strade possibili: fare il nome di un premier oppure dimettersi. Lui spiazzando tutti ha scelto la terza strada: quella di affidare a un gruppo ristretto di esperti (ribattezzati "saggi") il compito di "formulare precise proposte programmatiche in grado di divenire "in varie forme oggetto di condivisione da parte delle forze politiche". Una strada che gli è costata molto cara. In uno sfogo consegnato al Corriere della Sera, il Presidente della Repubblica dice che sta finendo il suo settennato "in modo surreale, trovandomi oggetto di assurde reaziooni di sospetti e dietrologie incomprensibili tra il geniale e il demente". E definisce questo il momento peggiore del suo settenato. Un settennato che potrebbe finire prima del 15 maggio, data in cui scadrà naturalmente.  Dal 15 aprile saranno convocate le Camere che, se saranno più pronti i rappresentati dei consigli regionali tra il 16 e il 18 cominceranno a votare per il nuovo presidente della Repubblica. Il clima agitato di questi giorni, caratterizzato dal forte sospetto nei centrodestra che la scelta di Napolitano serva sostanzialmente a "prendere tempo"  potrebbe esasperarsi nel momento in cui si dovrà scegliere il successore di re Giorgio  e non è affatto escluso che il Presidente decida di dimettersi.  A rileggere la nota che Napolitano ha diffuso sulla durata e i compiti della Commissione di esperti questo scenario si fa ancora più consistente. Nel documento del Quirnale c'è scritto: "la durata temporale dei gruppi di   lavoro è segnata intanto dal fatto che sono gruppi   che ho preso l'iniziativa di creare avendo io stesso un tempo segnato,  come tutti sanno, e non pensando che siano gruppi di lavoro che   scavalchino il tempo della mia presidenza". Se si condidera che il Capo dello Stato ha detto che non dureranno più di otto, dieci giorni è legittimo pensare che abbia in mente di dimettersi a metà aprile, quando cominceranno le votazioni per il suo successore e che non aspetti la scadenza naturale. 

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