Il libro nero delle vittimedel dittatore Beppe Grillo
Un giornalista dà voce alle decine di epurati dal Movimento per le critiche ai metodi "non democratici" e ai "protetti" del comico. Ecco la "libertà" dei 5 Stelle
di Giuseppe Pollicelli Forse ai suoi adepti Beppe Grillo chiederà prima o poi di non celebrare più il proprio compleanno e di iniziare a festeggiare il non compleanno. Nel paese delle meraviglie fondato da Grillo e Casaleggio, infatti, si tende a definire le cose attraverso la negazione nominale delle medesime: il MoVimento è dunque un «non partito» strutturato sulla base di un «non statuto». Un modo di lanciare il sasso ritirando la mano, un espediente verbale che non muta la sostanza delle cose (il MoVimento rimane un partito, pur con caratteristiche particolari, e il suo «non statuto» è a tutti gli effetti uno statuto) ma che non pare aver mai messo in imbarazzo i militanti a 5 stelle. A creare tensioni e screzi all'interno del MoVimento è stato (ed è tuttora) ben altro. Di raccontarci questo altro si è incaricato il giornalista Mauro Carbonaro del quotidiano on line Nuovo Paese Sera, la cui inchiesta Grillo vale uno. Il libro nero del MoVimento 5 Stelle (Ed. Iacobelli, pp. 320, euro 14,50), oltre a ricostruire la genesi del partito grillino e ad analizzare il ruolo determinante svolto dietro le quinte da Gianroberto Casaleggio e dalla sua società di consulenze telematiche, raccoglie le testimonianze dirette di persone che hanno operato nel MoVimento venendone poi allontanate, o prendendone le distanze, perché non abbastanza osservanti della linea dettata dai leader. (...) Come spiega Giuseppe Pollicelli su Libero di martedì 2 aprile, è uscito il "libro nero" delle vittime di Beppe Grillo. Un volume dove viene smontato il "mito" della libertà dei Cinque Stelle (ammesso e non concesso che qualcuno ci creda ancora). Il libro è firmato dal giornalista Mauro Carbonaro, che dà voce alle decine di epurati dal MoVimento per le critiche ai metodi "non democratici" e ai "protetti" del comico, che di giorno in giorno assomiglia sempre più a un dittatore. Leggi l'approfondimento di Giuseppe Pollicelli su Libero di martedì 2 aprile