
La sinistra si spacca per RenziBoldrini e Pisapia i "nuovi nemici"ma il rottamatore pensa agli "Amici"

Due mosse e il sindaco è già in campagna elettorale. Va ospite dalla De Filippi e incontra De Magistris a Napoli. Matteo vuole il sostegno del centro e dei "rossi". Ma a sinistra si muovono per azzopparlo
- di Ignazio Stagno Matteo Renzi è tornato. Messo da parte dopo le primarie per far spazio al peggior segretario del Pd da quando il partito ha visto la luce nel 2007, ora il rottamatore è pronto a riprendersi la scena. E in fretta. Mentre Pier Luigi Bersani è salito al Colle del Golgota in un giovedì Santo che si ricorderà a vita, Renzi raduna i suoi e comincia una nuova campagna elettorale. Da Silvio - La data ufficiale per il nuovo debutto del giovane sindaco già è stata fissata: il 6 aprile. Renzi sarà ospite di Maria De Filippi nella prima puntata di Amici su Canale5. Renzi sa già tutto. Va in un programma che non scende mai sotto il tetto dei cinque milioni di spettatori. Un bel mix tra giovani e casalinghe che stanno incollati alla tv per vedere due giri di valzer e qualche canzonetta. Questa volta ci sarà il valore aggiunto del "giovane tra i giovani", il sindaco rampollo del Pd. La scelta del rottamatore non è casuale. In questo momento dentro il Pd è partita la resa dei conti. Dopo il clamoroso flop di Bersani, iniziato alle urne e terminato sul muro del Qurinale con un frontale con Napolitano, ora è tempo di pensare al dopo. Operazione Pd - Schiodare Pier dalla segreteria è l'obiettivo primario dei democratici. Non quello dei renziani. Loro hanno capito che la partita per la leadership si gioca altrove, fuori dalle stanze di largo del Nazareno. Il piano di Renzi prevede due step. Il primo prevede la seduzione di quell'elettorato più vicino al centro e al Pdl. Andare ospite nel programma di punta del Biscione non è un caso. L'altro step è quello più politico e che mira ad spaccare la sinistra e ad incamerare sostegno anche dai "rossi". Su quel fronte non c'è tempo da perdere. Così sono giornate di telefonate frenetiche. Il cellulare di Matteo è sempre acceso e i numeri preferiti sono quelli di Enrico Letta, Dario Franceschini e Vasco Errani. Coalizzare il "core", come dicono gli inglesi, del Pd per avere un buon baricentro democratico sulla sua eventuale candidatura alla premiership. Renzi comunque sa che queste mosse non bastano. Convincere i comunisti - Bisogna convincere anche l'ala bersaniana, quella più vicina al segretario e che strizza l'occhio a Nichi Vendola e a Sel. E' proprio dai comunisti incalliti che arriva il pericolo numero uno per Renzi. Un pericolo da non sottovalutare. La parola d'ordine è: facciamolo fuori. Così a sinistra con l'ok di una parte del Pd cominciano le grandi manovre per trovare un candidato alternativo che possa azzoppare per la seconda volta Matteo. I nomi sono due. Il primo è quello della presidente della Camera, Laura Boldrini. Vendoliana convinta lei si è già presa lo scranno più alto di Montecitorio. Una poltrona che terrà probabilmente per pochi mesi. Il voto è dietro l'angolo e in lei a sinistra vedono un cavallo vincente. Il suo richiamo all'austerity e quel fascino radical chic al femminile potrebbe sedurre i farisei del Pd. Pericolo arancione - Ma se dovesse andar male con la Boldrini a bordo campo si scalda già Giuliano Pisapia, il sindaco di Milano. Lui è stato eletto nel 2011 a palazzo Marino. Ha battuto il rivale del Pd Stefano Boeri (renziano) e ora ha fatto pure pulizia in giunta facendo fuori proprio l'archistar. Un anti-Renzi doc. Ma Pisapia ha un limite: non incanta nessuno. Non sa comunicare e a Milano in tanto rinnegano quella sua sua rivoluzione comunista a base di Area C e blocco del traffico che di "arancione" e di "cambiamento" ha ben poco. Così Renzi fiutato il pericolo prova già a difendersi. In questi giorni ha incontarto Luigi De Magistris, il sindaco di Napoli. Lui è un altro "arancione" ma non è legato a Sel. Ha provato a lanciare l'avventura di Ingroia tenendosene fuori e ora potrebbe salire sul carro del "rottamatore". Infine tra gli "amici" di Renzi c'è anche il giovane sindaco di Cagliari Massimo Zedda. Un altro col pallino della rottamazione. Insomma Matteo è già pronto. Si aspetta solo che Bersani dopo la passione non risorga mai più.
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