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Napolitano, nuove consultazioni: i tre scenari possibili

Giorgio Napolitano

Lucia Esposito
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  "Colloqui non risolutivi", una formula istituzionale, burocratica che suggella il fallimento di Bersani che ieri venerdì 29 marzo è salito il  Colle senza nulla in mano dopo un giro di consultazioni caratterizzato dalla sua cieca ostinazione nel voler seguire i grillini rimanendo sordo al richiamo del Pdl che era pronto a un governo di larghe intese in cambio di garanzie sul Quirinale. Napolitano ha detto che scenderà direttamente lui in campo. Questa mattina alle 11 il Quirinale avrà nuovi colloqui con il Pdl, alle 16 saliranno al Colle i rappresentanti del Movimento Cinque Stelle poi toccherà a quelli di Lista Civica e alle 18 e 30 al Pd. Che cosa accadrà adesso? Primo scenario: governo del presidente con il Pd spaccato. Giorgio Napolitano da giorni sta pensando a un'alternativa al governo Bersani. Sono circolati tanti nomi in questi giorni, da quello di Giuliano Amato a quello del presidente della Corte Costituzionale Franco Gallo, il direttore generale di Bankitalia Fabrizio Saccomanni e prende quota quello del ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri su cui potrebbero convergere tutti i partiti. Un governo del presidente però spaccherebbe il Pd tra i fedelissimi di Bersani che non accettano il congelamento del loro segretario e sono pronti a mettersi di traverso e chi è pronto a dire sì. La posta in gioco è altissima ed è la leadership futura. Perché la strada delle elezioni anticipate, che è quella preferita dai sostenitori di Pier, renderebbe più difficile la scalata di Matteo Renzi verso la segreteria, ascesa che sarebbe spianata da un governo del presidente in quando il sindaco avrebbe più tempo per preparare la sua seconda discesa in campo. Secondo scenario: governo Bersani con garazie sul Colle al Pdl. E' lo scneario che si può concretizzare solo se il premier pre-incaricato arrivasse a più miti consigli e si decidesse ad accogliere la proposta del Pdl aprendo la strada del Colle a un moderato (nei giorni scorsi sono circolati i nomi di Gianni Letta e Marcello Pera). Non ci sono altre strade per il Pdl: l'alernativa è il voto.  Terzo scenario: il voto. La terza ipotesi è quella del voto dopo l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica (il 15 c'è la convocazione del Parlamento in seduto comune per eleggere il nuovo Presidente). Una strada che Napolitano ha sempre detto di non voler percorrere preferendo invece un governo di scopo, che cambia la legge elettorale e traghetti il Paese verso nuove consultazioni. L'idea del voto è accarezzata invece dal Pdl (il famoso piano B) confortato dai sondaggi che lo danno in ascesa rispetto a una sinistra ormai nel pantano delle divisioni interne a i primi subbugli nel mondo grillino. L'ex premier Berlusconi è sicuro che se si torna al voto: "I sondaggi ci premiano, vinceremmo di sicuro".  Cosa accadrà? Mancano poche ore poi si saprà quale scenario politico ci aspetta. L'importante è far presto perché il Paese non può aspettare: dalle elezioni è passato più di un mese...    

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