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Ora scatta il toto-premier:chi chiamerà Re Giorgio?

Cancellieri, Rodotà, Passera

I ministri di Monti sono "precettati" dal Colle. Spunta per palazzo Chigi pure Giarda. Ma ora la partita tra il Quirinale e i partiti diventa ad alta tensione

Ignazio Stagno
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Ora che i giochi sono fatti suonano le campane a morte nelle stanze del Pd. Napolitano di fatto ha già fatto fuori Bersani e ora prende in mano la situazione in prima persona: il governo lo fa lui, le consultazioni di Pier sono state un fallimento (quelli del Pd rimarcano che "il segretario non ha rinunciato", ma di fatto la sua avventura si è conclusa). Lo scenario ora è indecifrabile e nebuloso. L'unica certezza è Napolitano. Il Capo dello Stato è abbastanza scocciato dalla perdita di tempo del segretario del Pd e ora vuole pescare dal mazzo una personalità a cui affidare l'incarico (le nuove consultazioni si apriranno venerdì mattina alle 11). I nomi sul piatto sono tanti, ma devono essere figure che mettano d'accordo buona parte delle forze parlamentari. Serve un governo subito e con una personalità affidabile. I riflettori, tra gli altri, sono puntati sui ministri del governo tecnico. I Prof, al di là di Monti - un nome non spendibile dopo la figuraccia sui marò e le dimissioni di Terzi - sarebbero già tutti "precettati". Cancellieri&Co. -  In pole position per ricevere l'incarico di premier e provare a strappare una fiducia in aula ci sono due nomi: Corrado Passera e Anna Maria Cancellieri. L'ex ministro dello Sviluppo è stimato dal centrodestra e, da sempre, ha rapporti di "buon vicinato" con il centrosinistra. Il suo nome è stato tante volte sussurrato da Silvio Berlusconi e il Colle ha orecchie per sentire. Poi c'è il ministro degli Interni, che gode apprezzamento bipartisan e che andrebbe bene anche ai grillini. Da non sottovalutare in questo quadro le parole di Vito Crimi, il capogruppo dei Cinque Stelle al Senato che solo ieri, mercoledì 27 marzo, aveva detto: "Se venisse fuori un altro nome sarebbe un'altra storia...". Quel nome ora potrebbe venir fuori. No Amato - Nel novero dei "papabili", anche se troppo sbilanciato verso Grillo, anche Stefano Rodotà. Il premier che più di tutti vorrebbero i grillini. Poi ci sono gli outsider come Fabrizio Barca, gradito soprattutto ai democrat (e possibile sfidante di Matteo Renzi alla primarie che, probabilmente, verranno). Poi c'è il "terrore" che Giuliano Amato possa convincere Napolitano e farsi dare l'incarico. Il nome di Amato, sgradito alla maggioranza del Pdl, potrebbe però ricevere la benedizione di Berlusconi. Amato, per inciso, a palazzo Chigi c'è già stato. C'è chi pensa ad un tecnico puro che sarebbe Piero Giarda, ministro per i Rapporti con il parlamento. Un Prof di razza poco noto alle cronache che potrebbe traghettare questa legislatura verso il nuovo voto che a questo punto sembra inevitabile. Infine è sempre in piedi l'ipotesi di Fabrizio Saccomanni, direttore generale della Banca d'Italia. Una sorta di superministro dell'Economia in grado di dare tranquillità ai mercati prima che si riaprano le urne.

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