Cerca
Cerca
+

Occhetto, D'Alema, Veltroni...Bersanila maledizione dei segretari "rossi"contro Berlusconi è sempre Caporetto

Nessun leader di sinistra è riuscito a battere davvero Silvio. Prodi è stato l'unico e infatti non era a capo del partito. Per chi ha guidato Botteghe Oscure e via del Nazzareno la sconfitta è una certezza

Ignazio Stagno
  • a
  • a
  • a

Avanti un altro. Silvio Berlusconi li ha bruciati tutti. Li ha sconfitti alle urne e anche quando non è riuscito a vincere le elezioni i leader del centrosinistra sono stati costretti quasi sempre a togliersi di mezzo facendo almeno tre o quattro passi indietro. E' questo il triste destino che è toccato a tutti i segretari e sfidanti del Cav che hanno guidato il Pds prima, i Ds dopo e Pd adesso. Bersani ora sa sulla sua pelle cosa significa sfidare il Cav alle urne. La maledizione sta per colpire anche lui. Occhetto coraggioso - Il primo ad immolarsi è stato nel 1994 Achille Occhetto. Lui è il segretario che chiuse le porte del Pci per aprire quelle del Pds. Alle elezioni politiche del 1994 venne indicato come leader della coalizione di sinistra, l'Alleanza dei Progressisti. Gli sfidanti erano il raggruppamento centrista dell'ex Democrazia Cristiana (il Patto per l'Italia) e il nascente centrodestra (Polo delle Libertà) di Silvio Berlusconi. Il risultato elettorale deludente e la vittoria schiacciante di Silvio lo spinsero a lasciare la segreteria del partito. Negli anni successivi Occhetto ha continuato a occuparsi di politica, seppur senza ricoprire ruoli dirigenziali all'interno del Pds prima e dei Ds dopo. Si è definitivamente allontanato dal partito nel 2004. Baffino maledetto - Dopo aver capito che Occhetto era già bollito a sinistra provano la soluzione tecnica. La segreteria se la prende Massimo D'Alema e la candidatura a premier va al professore di Bologna, Romano Prodi. D'Alema nel 1996 resta nell'ombra e il Prof va alle urne. Questa volta va meglio. Prodi con L'Ulivo riesce a vincere le elezioni, ma dura poco. Pochissimo. Due anni appena. Il Prof viene travolto dalla sua stessa maggioranza e deve lasciare la mano proprio a Massimo D'Alema che diventa premier. Da lì comincia una lunga agonia fino al 2001. La sua posizione di segretario si indebolisce. Fassino l'invisibile -  Il suo posto lo prende Walter Veltroni e Silvio si prepara a tornare a palazzo Chigi questa volta per restarci per ben cinque anni. D'Alema intanto finita l'esperienza da premier batte ritirata. A questo punto dopo la batosta elettorale rimediata da Francesco Rutelli, D'Alema si fa da parte e con lui anche Walter Veltroni. E' il momento della segreteria di Piero Fassino. Una segreteria lunghissima. Dal 2001 al 2007. In mezzo cosa succede? Berlusconi porta a termine la legislatura. Ma al voto del 2006 Fassino non è il candidato premier e allora si sceglie ancora una volta Romano Prodi. Il Prof ce la fa e batte di misura Berlusconi. Stesso copione. Due anni e il governo va giù sotto il bombardamento della sua maggioranza che va da Bertinotti a Mastella. Fassino resta segretario nell'ombra. Ma sa già che bisogna cambiare ancora perchè contro Silvio c'è poco da fare. E allora nasce il Partito Democratico. Veltroni il perdente -  Il primo segretario è Walter Veltroni che si presenta subito come candidato premier nel 2008. Risultato? Berlusconi fa bottino pieno e Walter deve battere ritirata fino a passare la mano a Dario Franceschini. Intanto Fassino colpito dalla maledizione della segreteria si ritira a fare il sindaco di Torino. Veltroni molla tutto e alle ultime elzioni nemmeno viene ricandidato. Ora è il turno di Bersani. Sa già che il sortileggio si è abbattuto su di lui. Non ha vinto contro Berlusconi e ora lo pressano per lasciare la segreteria del Pd. Napolitano gli ha già sbattuto la porta in faccia. Ora i giochi li guida direttamente il Colle. Bersani farà la stessa fine di Fassino? Sindaco di Bettola. Ma anche da quelle parti il Pdl è più forte. Non gli resta che aprire un allevamento di giaguari. Già smacchiati. 

Dai blog