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Pdl, De Girolamo e Ravetto in rivolta contro le nomine alla Camera

Le "amazzoni" di Berlusconi protestano per le scelte di Brunetta. Che rimedia con le quote rosa: Gelmini vice e Carfagna portavoce

Giulio Bucchi
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di Tommaso Montesano È finita con Angelino Alfano, il segretario del Pdl, che ha difeso a spada tratta Renato Brunetta, il neocapogruppo alla Camera, e le sue scelte. «Il suo lavoro di riorganizzazione è svolto in totale accordo con il partito», ha detto l'ex Guardasigilli alla riunione dei gruppi parlamentari a Montecitorio cui ha partecipato anche Silvio Berlusconi. Quanto è uscito nei giorni scorsi sui giornali, con notizie di presunte spaccature tra la maggioranza dei deputati e lo stesso Brunetta, ha insistito Alfano, è frutto solo di «veleni». Fatto sta che proprio nel giorno in cui alla Camera si completa l'organigramma del Pdl con la designazione di Mariastella Gelmini a vice vicario di Brunetta, di Mara Carfagna a portavoce del gruppo e di Simone Baldelli a delegato d'Aula, nel gruppo emergono nuovi malumori. A portarli allo scoperto, stavolta, è stata la campana Nunzia De Girolamo, che dopo l'intervento dello stesso Berlusconi ha preso la parola per dare voce agli scontenti. Nel mirino della deputata del Pdl è finita la modalità con la quale sono state assegnate le cariche nei gruppi parlamentari. In primis la decisione di investire dall'alto sia Brunetta,  a Montecitorio, sia Renato Schifani a Palazzo Madama. Il problema non sono i nomi, ha spiegato De Girolamo, ma l'assenza di scelta condivise. Preferendo puntare sulle designazioni per acclamazione, come avvenuto per Brunetta e Schifani, invece della norma dialettica. «Ho detto semplicemente quello che   pensavo», minimizza la diretta interessata, « è giusto che  negli organi dirigenti ci sia un maggior coinvolgimento e confronto». Sul piatto, poi, De Girolamo ha rovesciato anche la mancata elezione di Laura Ravetto a segretario d'Aula a Montecitorio, fatto indicatore a suo dire dello scarso peso delle donne del Pdl, in primis le «amazzoni» fedelissime del Cavaliere, negli incarichi di partito. Tutto questo mentre chi in passato criticava Berlusconi, oggi si spella le mani dagli applausi come se niente fosse.  Un clima di tensione al quale Brunetta, in segno di unità, ha opposto la proposta di designare proprio due donne, Gelmini e Carfagna, ai posti di maggiore responsabilità nel gruppo dopo il suo. Proposte accettate tra gli applausi.  Berlusconi, che ha ascoltato con attenzione l'intervento di De Girolamo, ha fatto capire di aver compreso lo sfogo: «Ben   vengano le critiche, il pepe è fondamentale nel condimento». Non solo. Proprio per incentivare il dibattito interno, il Cav ha auspicato: «Queste riunioni dei gruppi   parlamentari facciamole una volta alla settimana, almeno per i primi   due mesi». Fatto sta che presto potrebbe aprirsi un nuovo fronte tra i parlamentari del Pdl. Daniela Santanchè, infatti, è pronta a sollevare il caso dei doppi incarichi nel partito. L'ex sottosegretario vorrebbe sancire l'incompatibilità tra la   cariche di partito e le nuove nomine per l'ufficio di presidenza della  Camera.  

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