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Marò in India, Monti e Terzi ci coprono di ridicolo

Sulla capacità dei professori di garantire i diritti dell'Italia abbiamo sempre dubitato. Ora ne siamo certi: non sono in grado di proteggerci

Giulio Bucchi
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  di Maurizio Belpietro Per 16 mesi Mario Monti ci ha assicurato che con lui al governo l'Italia avrebbe recuperato prestigio e credibilità internazionali. Per quanto ci riguarda abbiamo sempre dubitato che il professore fosse in grado di farci risalire nella classifica della rispettabilità, che nelle relazioni tra Paesi è dettata più dal potere economico che dalle buone maniere. Ciò nonostante, da ieri sera è chiaro che l'ex rettore della Bocconi e speriamo presto anche ex presidente del Consiglio, non ci farà conquistare nessuna posizione più avanzata nella graduatoria delle nazioni, ma al contrario ce ne farà perdere. La notizia che torneranno in India i due marò accusati di aver ucciso alcuni pescatori del Kerala durante una missione in mare è infatti una di quelle che gettano discredito su un Paese e lo privano dell'onore e della reputazione. Fin dal principio di questa vicenda avevamo scritto che il comportamento del governo italiano era stato sbagliato e meschino. Invece di dimostrare coraggio e decisione, difendendo due soldati comandati in missione anti-pirateria su una nave italiana, l'esecutivo dei pasticcioni ha commesso un errore dopo l'altro. Non soltanto ha acconsentito che la petroliera su cui erano imbarcati invertisse la rotta, uscendo dalle acque internazionali e consegnandosi dunque nelle mani  degli indiani, ma per mesi, dopo l'arresto dei due militari, Monti e il ministro degli esteri Terzi di Qualcosa avevano adottato una linea morbida. Invece di protestare fin da subito per l'inganno con cui i due marò erano stati arrestati, al posto di mettere in campo tutte le misure possibili per ottenerne la più rapida scarcerazione, anziché coinvolgere la Ue e tutti gli alleati, il governo ha tentato flebili pressioni. Insomma, la situazione si è via via ingarbugliata e i nostri soldati non solo non hanno visto riconosciuto lo status di militari sottoposti alla nostra giurisdizione, non solo non hanno ottenuto ragione per aver operato in acque internazionali e dunque non indiane, ma sono stati privati anche di un processo giusto. Le perizie sui morti e sulle pallottole rinvenute nei corpi dei pescatori sono state compiute senza alcuna garanzia per la difesa, ma di fronte a ciò l'esecutivo dei tecnici non ha protestato e non ha reagito. Risultato, siamo arrivati al punto che secondo la Corte suprema indiana i nostri soldati avrebbero dovuti essere giudicati da un tribunale speciale. Così, a qualcuno, nel pieno di una crisi di governo, nel bel mezzo di una campagna elettorale, è venuta l'idea di non far tornare i marò in India dopo una licenza di un mese dovuta proprio al voto.  Alla Farnesina e a Palazzo Chigi qualcuno deve aver pensato che questa era la furbata che avrebbe risolto la questione. Con un tradimento di un patto sottoscritto dal governo ci saremmo riportati a casa i nostri soldati. Com'è andata lo si è visto. L'India ha reagito sequestrando il nostro ambasciatore e minacciando rappresaglie nei confronti delle nostre aziende. Risultato, l'uomo che aveva garantito di restituirci il prestigio internazionale ha calato le braghe esponendosi a una figuraccia mondiale. Grazie a Monti e a Terzi siamo coperti di ridicolo: abbiamo dato prova di essere un Paese di furbi, che cercano la scorciatoia ma quando sono messi con le spalle al muro balbettano e chiedono scusa, supplicando il perdono. Grazie a Monti abbiamo perso non solo la fiducia da parte di chi è al servizio dello Stato, come i due uomini mandati a difendere all'estero gli interessi nazionali, ma anche l'onore. Né è sufficiente dire che i marò sono stati rimandati in India perché New Delhi ha garantito che nei loro confronti non sarà applicata la pena di morte.  La verità è che Monti e Terzi si sono rimangiati la parola due volte. Prima con gli indiani e poi con i soldati italiani. Peggio di così non si poteva fare. Altro che governo dei tecnici. Questo è il governo dei pasticcioni. Di fronte all'attuale presidente del Consiglio, non ci resta che rimpiangere un uomo come Bettino Craxi, che fece circondare i marines dai carabinieri, tenendo testa agli Stati Uniti. Forse avrà incassato qualche tangente, ma di certo con lui alla guida l'Italia non ha mai incassato pessime figure come quella di ieri. Raramente ci è capitato di scrivere questa parola, ma un'altra non riusciamo a trovarne. Vergogna. Lei caro professore andò ad accogliere i marò quando rientrarono dall'India. Adesso li riconsegna nelle mani indiane. Se avesse fegato, in India al posto loro ci andrebbe lei.    [email protected]    

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