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Governo e Quirinale, cosa vuole SilvioMa il Pdl è diviso

Berlusconi pronto alla rottura definitiva se il capo dello Stato sarà targato Pd: "Lotta in Parlamento e nelle piazze". Ma una parte degli azzurri punta a una mediazione. E su Napolitano...

Matteo Legnani
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Per Silvio Berlusconi manca un solo passo: l'elezione di un presidente di sinistra al Quirinale. E poi sarà "battaglia, tanto in Parlamento, quanto nelle piazze" contro un Pd che ha definito "arraffatutto". Il Cavaliere punta a dire la sua nella scelta del capo dello Stato: il "suo" candidato, secondo voci mai smentite, resta Gianni Letta. O un altro nome non legato a doppio filo ai partiti della sinistra e al segretario Pd Pier Luigi Bersani. Se invece si replicherà quanto avvenuto alle due camere, con l'elezione a presidenti di Boldrini e Grasso per strizzare un occhio ai 5 Stelle e smuovere (come è effettivamente avvenuto) qualche loro voto, l'ipotesi prediletta da Berlusconi è quella di far saltare tutto per tornare al voto il prima possibile. Nel partito, però, c'è chi è con lui e chi invece è più prudente e punta a una tregua per evitare la marginalità. Insomma, quel "non abbiamo più niente da perdere" non è condiviso da tutti. Il ragiovevole obiettivo di questa parte del Pdl è arrivare a un'intesa non punitiva sul prossimo capo dello Stato, magari - se Bersani fallisse - con un governo di transizione che porti in qualche mese a votare e che veda fuoti dai giochi Monti (inviso agli elettori azzurri) e affidato a una figura istituzionale come Annamaria Cancellieri. Un governo con appoggio esterno delle forze "responsabili" che permetta di riorganizzare le truppe, anche in vista di una leadership del partito non più solo berlusconiana. E sul fronte Quirinale, per questa parte del Pdl, la via più percorribile resta quella di una conferma di Giorgio Napolitano.

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