Processo Cosentino, pentito: "Mussolini e Bassolino aiutati dalla camorra"
Così Bidognetti al processo Cosentino: parla delle Comunali di 20 anni fa. Dichiarazioni dubbie: i due erano visti contro "0' Sistema"
Camorra e politica. Il processo che vede alla sbarra Nicola Cosentino si è arricchito di una nuova pagina. Che stavolta, però, non riguarda direttamente l'ex-parlamentare del Pdl, ma altre due personalità politiche di primo piano: Antonio Bassolino e Alessandra Mussolini. I due sono stati tirati in ballo da Domenico Bidognetti, uno dei pentiti di punta della procura di Santa Maria Capua Vetere, che ripercorre in aula la storia dei casalesi e dei rapporti pericolosi con la politica: "Agli inizi degli anni '90, non ricordo bene la data, i Casalesi si rivolsero al clan Lago di Pianura per appoggiare alle elezioni la Mussolini e ciò per fare un dispetto al clan Moccia di Afragola che sosteneva Bassolino", ha dichiarato il pentito, riferendosi alle elezioni per il Comune di Napoli del 1993, che vedeva contrapposti, appunto, Bassolino e la Mussolini. Naturalmente, almeno ad oggi, non c'è nessun riscontro alle dichiarazioni di Bidognetti. Anzi. Al tempo, i due candidati erano stati visti come due personalità antisistema, contro la 'O Sistema. Così Bassolino - Sulla vicenda i due interessati non hanno ancora rilasciato dichiarazioni. L'ex-Sindaco di Napoli Bassolino si è però lasciato andare ad alcune dichiarazioni sulla giustizia italiana e sul nemico di un tempo, Cosentino. Riguardo quest'ultimo Bassolino, in un'intervista al Corriere del Mezzogiorno, ha dichiarato: "Il mio augurio forte e sincero è che nei prossimi giorni il Tribunale del Riesame possa accogliere la richiesta avanzata dagli avvocati di Cosentino di revoca della custodia cautelare. Così che lo stesso Cosentino possa continuare stare nel processo senza dover essere privato della libertà". L'esponente piddìno si è poi soffermato sul discusso istituto della custodia cuatelare: "Nel caso specifico mi sono già espresso; nel caso generale penso che la custodia cautelare possa e debba esserci solo quando ce n'è davvero bisogno, cioè solo in caso in assoluta necessità".