Grillo, censurati i commenti negativi sul suo blog
Grillo si scaglia contro i traditori. Ma in molti non la pensano come lui: i pensieri "scomodi" vengono rimossi in fretta e furia
Il dittatore Grillo tuona in rete: "Chi ha tradito votando il Pd va cacciato". Lo scrive sul blog poco prima delle 23 di sabato. Il giorno successivo alle 14 c'erano più di 7.500 commenti. Molti dei quli, però, non in linea con Beppe. E i commenti più votati, e quindi più graditi, erano quelli che contestavano la linea del leader del Movimento 5 Stelle, ritenendo in buona sostanza che Pietro Grasso fosse un nome migliore per la presidenza del Senato rispetto a quello di Renato Schifani. C'era poi il commento di tal Ferdinand Bardamu (pseudonimo da antieroe ispirato da Cèline) che gridava il suo dolore per la "svolta autoritaria del M5S", e invitava "i senatori dell'M5S che hanno avuto il coraggio e la serietà di ribellarsi ai diktat vergognosi di Grillo e ai suoi deliri di onnipotenza". La censura - Un vero affronto al capo, dunque. E infatti il capo si ribella. Con metodi tutt'altro che democratici. La denuncia arriva da Bardamù stesso, che dopo aver raccolto 250 "like" al commento, scopre che a metà di domenica mattina il suo pensiero era scomparso. Alla sua denuncia si è poi unita quella di molti altri utenti: Grillo, il teorico dell'uno vale uno, censura i commenti scomodi e cancella le critiche. Ma il caso di Bardamù non è l'unico: alle 14 di domenica, riportava il sito del Corriere, erano accessibili 21 pagine di commenti al post con cui Grillo si è scagliato contro i traditori. Ogni pagina contiene 250 commenti. Dunque, all'appello ne mancano 2.250. Una clamorosa e macroscopica censura.