Toto presidenti delle camere:Lega "pontiera" tra Pd e PdlPoi l'inciucio per il governo
La prima giornata di votazioni per i presidenti delle Camere è finita, come ci si attendeva, in cavalleria: tre le "fumate nere" a Montecitorio, due quelle a Palazzo Madama. I grillini, come promesso, hanno votato in tutte le tornate elettorali i loro due candidati, Roberto Fico alla Camera e Luis Orellana al Senato. Tutti gli altri schieramenti politici hanno votato scheda bianca. Dopo una febbrile notte di trattative, sarà dunque un sabato di piena attività quello che attende i neoeletti parlamentari. Con la situazione che si sbloccherà prima al Senato, dove la prima votazione è attesa poco dopo le 11 del mattino: qualora nessuno dovesse essere designato, alla quarta votazione, nel pomeriggio, si svolgerà per ballottaggio tra i due candidati che avranno ottenuto più voti in quella precedente. Una cosa è dunque certa: entro sabato sera il senato avrà un presidente. L'accordo alla Camera, dove invece si continuerà a votare col criterio della maggioranza dei presenti, dovrebbe seguire di conseguenza. Ecco quali potrebbero essere gli scenari. La Lega, nella giornata di venerdì, ha aperto a una possibile intesa col Pd per la nomina di Anna Finocchiaro presidente a Palazzo Madama. Se questa offerta dovesse trovare aperture nel Pdl (ma le parole pronunciate da Silvio Berlusconi all'uscita dal San Raffaele non lasciano molte speranze), l'elezione della Finocchiaro potrebbe preludere a un governo di larghe intese, con il Carroccio a fare da "pontiere" tra Pd e Pdl, oppure a un "governo del presidente" che Napolitano varerebbe con il sostegno del centrodestra. L'altra ipotesi, circolata a lungo nella giornata di venerdì, è quella di un montiano o di Mario Monti stesso alla guida di Palazzo Madama. Il Prof avrebbe avanzato la sua candidatura offrendo in cambio al Pd il sostegno all'elezione di Dario Franceschini alla presidenza di Montecitorio. L'intesa, che avrebbe l'avallo di Enrico Letta, si scontererebbe però con l'ostilità dello stesso bersani e soprattutto del presidente Napolitano, che vedrebbe con orrore l'aprirsi di un "vuoto" alla guida di Palazzo Chigi in un omento tanto delicato per i destini economici del Paese.