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Pd, Renzi: "Io candidato premier se ci sono le giuste condizioni"

Il sindaco di Firenze a L'Espresso: "La legislatura non durerà molto, spero facciano la legge elettorale". E poi sarà di nuovo in pista, "nonostante Fioroni e senza di lui"

Giulio Bucchi
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  Matteo Renzi è pronto a candidarsi a premier, a patto che ve ne siano le condizioni. Intervistato da l'Espresso, il sindaco di Firenze getta il guanto di sfida al Pd, al segretario Pierluigi Bersani e a tutto il vertice democratico. La seconda discesa in campo del rottamatore, sconfitto da Bersani alle scorse primarie, si verificherebbe "se ci fossero le condizioni". Innanzitutto, se salta tutto. "Pensavo di sì. Da quando ho letto che anche Fioroni mi appoggerebbe mi è venuto qualche dubbio...", scherza Renzi, facendosi poi serio: "Mettiamola così: se ci fossero le condizioni ci starei, nonostante Fioroni. E senza Fioroni". Quel "senza Fioroni" non è dettaglio da poco: Renzi rialza la posta e dopo la rottamazione dei "vecchi", da D'Alema alla Bindi e Veltroni, ora chiede di più: vuole mano libera per ridisegnare il suo partito. Meno bersaniano, forse più grillino, ma senza inciuci con Grillo. Certo, ribadisce Renzi, "pieno sostegno a Bersani" e al suo tentativo di formare il governo con i 5 Stelle. Tentativo scontato, in quanto il Pd ha comunque l'onere di chi ha vinto (formalmente) le elezioni, e parole, quelle di Renzi, altrettanto scontate perché l'obiettivo non è uscire dai democratici, ma prendersi tutto il partito: "Sono rimasto nel Pd e con Bersani non solo perché sono leale alla Ditta, ma anche perché penso che per l'Italia sia utile avere due grandi partiti: non possiamo continuare con l'idea che ognuno si fa il suo partitino".  "Legislatura corta" - Una cosa è certa, comunque: la legislatura non durerà a lungo. "Non mi sostituisco al Capo dello Stato. Credo che sarà una legislatura breve, mi auguro che almeno si riesca a scrivere una buona legge elettorale". Come sarà il Renzi premier? "Il mio modello è il sindaco d'Italia. Solo da noi il vincitore è oggetto di interpretazione: se alla Sistina si votasse con il Porcellum sarebbero eletti in quattro. E ora a venti giorni dal voto stiamo per infilarci nel rito nobile delle consultazioni. Ci mettono meno a fare il Papa che il presidente della Camera".     

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