Dopo Bersani i grillinivogliono far fuori il Cav:"Votiamo l'ineleggibilità"
Il capogruppo al Senato Crimi: "E' il referente di società televisive, non può entrare in Parlamento". Prudenti i democratici
prima hanno fatto fuori Bersani a colpi di "niet" ai suoi disperati appelli in vista di un accordo (che tuttavia potrebbe materializzarsi almeno sulla spartizione delle presdienze delle due camere). Ora, i grillini, puntano su Silvio Berlusconi. No, non usando l'arma delle toghe, che resta prerogativa esclusiva della sinistra. I 5 Stelle puntano a far fuori il Cavaliere appellandosi alla sua ineleggibilità, che sarebbe implicita in quanto disposto dalla legge 361 del 1957, che sbarra la porta delle Camere a chi è referente economico di una società concessionaria di frequenze televisive. Il capogruppo grillino a Palazzo Madama, Vito Crimi, non usa mezze parole per esprimere la posizione del suo partito a riguardo: "Voteremmo per l'ineleggibilità di Berlusconi, che è concessionario di servizio pubblico". E sfida il Pd: "Ci aspettiamo - attacca Crimi - che anche altri votino per l'ineleggibilità. Poi sarà Berlusconi a fare ricorso". Per ora, la posizione dei democratici sul tema sembra timida: "Se i parlamentari democratici venissero chiamati a votare sulla base del diritto vigente, dovrebbero esprimersi per l'ineleggibilità di Berlusconi" dice Luigi Zanda, che in questi giorni è stato uno dei "pontieri" tra Pd e 5 Stelle. Che però aggiunge: "L'ex premier non ha cariche, per cui sarebbe Confalonieri a essere ineleggibile. E poi, a favore di berlusconi, ci sono i suoi precedenti parlamentari". Perchè, è utile ricordarlo, il Cavaliere siede in Parlamento ininterrottamente dal 1994. Cauto anche Felice Casson, prossimo membro della giunta provvisoria per le elezioni: "Di fronte a una segnalazione, valuteremo accuratamente la questione giuridica, senza pregiudizi. E' importante non commettere erroti". Il Pdl, comunque, alza già la voce a difesa del suo leader: "Ci troveremmo di fronte a un tentativo di golpe" attacca Altero Matteoli. La giunta per le elezioni del Senato (camera alla quale Berlusconi è stato eletto) si riunirà per la prima volta nella sua composizione provvisoria venerdì, ma in quell'occasione non si occuperà del caso Berlusconi. Una decisione sull'ex premier (sempre che si arrivi a tanto) si avrà olo dopo l'elezione del presidente del Senato e la composizione definitiva dell'organismo. la presidenza della giunta spetta alle opposizioni e non sarà irrilevante la scelta tra un grillino o un un pidiellino.